Fratelli d’Italia garantisce coesione nella maggioranza siciliana nonostante lo scandalo che investe la Nuova Dc, mentre l’opposizione si sfalda in uno scontro tra mozioni velleitarie e la provocazione di De Luca sulle dimissioni di massa.
A pochi giorni dall’inchiesta che travolge la Nuova Dc, il commissario regionale di Fratelli d’Italia Luca Sbardella sceglie il palco del Marina Convention Center di Palermo per lanciare un messaggio di unità. “Non ci sono crepe nella maggioranza”, dichiara Sbardella, aggiungendo che i democristiani “hanno confermato il loro appoggio al governo”. L’obiettivo è blindare l’esecutivo regionale in vista della prossima manovra finanziaria e della scadenza elettorale. “La legge di stabilità sarà approvata nei tempi tecnici – assicura – e governeremo anche nella prossima legislatura”. Sul destino del governatore Schifani, il commissario meloniano ammette: “Il suo nome è sul tavolo”.
Mentre la maggioranza tenta di compattarsi, è il fronte opposto a mostrare le crepe più profonde. Cateno De Luca, leader di Sud Chiama Nord, stronca senza appello la mozione di sfiducia presentata da Pd, M5s e Controcorrente. “Una proposta velleitaria senza numeri per passare”, la definisce, annunciando paradossalmente che la voterà “per evitare strumentalizzazioni”. La sua condizione per una crisi reale è però più radicale: le dimissioni collettive di tutti i 23 deputati regionali. Una mossa che Pd e M5S hanno già respinto, rivelando, secondo De Luca, la loro “volontà di non mollare poltrone da 15mila euro al mese”.
La provocazione di De Luca – “forse dobbiamo decaffeinare i colleghi” – segna il nuovo fronte dello scontro politico all’ARS. Il leader scissionista accusa le opposizioni di preferire la comodità degli stipendi alla lotta per il cambio di governo, mentre avanza una minaccia concreta al presidente Schifani: “Se non si deve fare più nulla, approviamo la manovra e si vada al voto anticipato. Noi siamo pronti”. Al di là delle parole, è lo stallo parlamentare a pesare: l’opposizione è troppo divisa per far cadere l’esecutivo, ma la maggioranza deve gestire l’onda d’urto giudiziaria su un suo partner essenziale.
Per Fratelli d’Italia, la tenuta della Sicilia è una questione strategica. Sbardella, celebrando i “tre anni di governo Meloni” e il record di durata, prova a trasferire il modello di stabilità nazionale nell’isola. L’inchiesta su Cuffaro rischia però di incrinare il progetto, mentre De Luca fa un doppio gioco: da una parte attacca l’opposizione, dall’altra minaccia di far saltare il tavolo con elezioni anticipate che getterebbero la regione nell’incertezza. In altri termini, per gli amanti della Prima Repubblica, l’immortale politica del doppio forno. Di certi, la sfida per il centrodestra è dimostrare che l’alleanza con la Dc regge nonostante i procedimenti giudiziari.