Politica

Sicilia, fumata grigia a Arcore. Ma Miccichè ci crede:“Accordo con Alfano più vicino”

Una coalizione più ampia possibile che includa anche Area popolare. Questa volta la strada maestra è autorevole, viene da Arcore dove s’è svolto un vertice per sciogliere il nodo Sicilia. E così Silvio Berlusconi scende in campo in prima persona per chiudere la pratica sulla candidatura del centrodestra a governatore dell’Isola. E mentre Gianfranco Miccichè, Niccolò Ghedini e altri commensali pranzavano con il Cavaliere, nell’Isola piombava Pier Ferdinando Casini per dare una spinta al centrosinistra, anch’esso in cerca di candidato. La partita è più che aperta. Da Villa San Martino, tra una portata e l’altra, Berlusconi ha sentito al telefono sia Angelino Alfano che Giorgia Meloni per sondare il terreno e provare a ricompattare il centrodestra . “E’ stata una telefonata gradita e amichevole – dice Alfano -. Il tema non è con chi andiamo noi, ma chi viene con noi. Cosi’ come il tema non è Forza Italia con cui condividiamo la militanza nel Ppe, ma Salvini da cui tutto ci divide”. In altre parole, “siamo fermi nel portare avanti una candidatura centrista”. E che potrebbe essere l’europarlamentare del Ppe, Giovanni La Via o il deputato azzurro Dore Misuraca.

Dal canto suo, la Meloni non si sposta di un millimetro, e afferma che “nel corso della telefonata, ho tenuto a ribadire a Berlusconi la posizione di FdI: in Sicilia come a livello nazionale vogliamo vincere con una coalizione seria e credibile”. “FdI non è alleabile con il partito di Alfano – sottolinea la presidente – ma rimandiamo al candidato presidente ogni scelta su possibili proposte politiche civiche di ispirazione sul modello di quanto è accaduto in Liguria”. In ogni caso, “l’unico candidato in grado di vincere in Sicilia è Musumeci”. E proprio su un’eventuale lista civica, Alfano, ha già fatto la prima mossa, depositando lo scorso primo agosto un nuovo simbolo, “Italia al Centro” e che potrebbe divenire “Sicilia la Centro” per agganciarsi al centrodestra. Un fatto è certo, Berlusconi è convinto che il centrodestra unito, da Fdi ad Ap, possa dare filo da torcere ai grillini. Ma il vero nodo rimane la candidatura a governatore per la quale, a questo punto, il Cavaliere avrebbe commissionato dei sondaggi ad hoc sullo stesso Musumeci e altri papabili, a cominciare da Gaetano Armao, ex assessore di Raffaele Lombardo, presente al summit di Acore, e possibile candidato di Fi alla presidenza della Regione.

“Sono soddisfatto dell’incontro”, gongola il plenipotenziario azzurro nell’Isola, secondo il quale “l’accordo con Alfano lo vedo più vicino”. Casini, frattanto, dal Ragusano continua a tirare la giacchetta al titolare del Viminale e fa sapere che “Ap sarà con noi”, ribadendo, che “con Alfano lavoriamo in sintonia sia a Roma che in Sicilia”. Poi parla di “coerenza, quella che ci ha portato al governo nazionale con Renzi a sostenere Gentiloni è la stessa coerenza che vogliamo in Sicilia, con moderati e progressisti a dar vita ad una coalizione per la Sicilia”. Il coordinatore di Ap in Sicilia, Giuseppe Castiglione, invece, frena gli entusiasmi casiniani: “L’accordo non c’è ancora”. Sarebbe singolare, qualora si arrivasse a sigillare l’alleanza Alfano- Casini- Renzi in Sicilia, perché ritornerebbe in campo la stessa coalizione che ha governato per cinque anni la Sicilia. Cosa che sembra aver dimenticato Giampiero D’Alia: “Il giudizio sul governo Crocetta non e’ positivo”. Tuttavia, il coordinatore nazionale dei Centristi per l’Europa, non molla: “Se si vuole governare realmente la Sicilia, l’unico progetto che si può coltivare è quello che vede insieme l’area moderata e quella progressista”. G. Min.

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