Sicilia, non c’è un euro e a Pasqua chiudono musei e siti archeologici. Regione corre ai ripari

Sicilia, non c’è un euro e a Pasqua chiudono musei e siti archeologici. Regione corre ai ripari
15 marzo 2016

Cancelli chiusi nei musei e nei parchi archeologici domenica delle Palme, Pasqua e pasquetta in Sicilia. Le casse della Regione, come al solito sono al verde e non è possibile pagare gli straordinari: così il dipartimento dei Beni culturali ha diramato una circolare invitando i dirigenti a non utilizzare nei festivi il personale della Sas, la società pubblica, che fornisce custodi e guardiani dei siti. “Tutta colpa dei tagli applicati nella manovra finanziaria”, afferma Gianni Borrelli, della segreteria della Uil Sicilia. Per garantire l’apertura dei siti servirebbero 800 mila euro. “Cittadini e turisti dovranno rinunciare a gite e visite – aggiunge la Uil – Un grosso danno economico e d’immagine per la nostra isola che si ripete ogni anno”.

Alla notizia, la Regione siciliana corre ai ripari per scongiurare la chiusura dei siti culturali nelle prossime festivita’ pasquali, a causa dei tagli ai servizi. A fronte peraltro del previsto boom di turisti. “Domattina incontrero’ il presidente della Sas”, societa’ partecipata che conta 420 lavoratori, addetti alla custodia e alla fruizione dei beni culturali dell’Isola, “e martedi’ prossimo i sindacati. Ma di una cosa sono certo: a Pasqua i nostri siti della cultura resteranno aperti”, assicura l’assessore regionale dei Beni culturali Carlo Vermiglio. “Nell’imminenza della trattazione del bilancio – spiega – avevamo gia’ evidenziato all’Economia l’insufficienza delle risorse per potere pagare la turnazione del personale di custodia della societa’ Sas e la conseguente necessita’ di provvedere ad operare le opportune modifiche. Reiterero’ tale richiesta alla prima riunione utile della Giunta. Richiedero’ a tutti i protagonisti della vicenda un atto di responsabilita’. Chiudere a Pasqua i nostri musei sarebbe stato un fallimento per tutti”. Il rischio chiusura dei musei, sostiene l’assessore, deriva da una circolare del dirigente generale del Dipartimento Beni culturali, che, ravvisando la carenza di risorse per il pagamento del personale Sas, ha scritto ai responsabili dei siti della cultura invitandoli ad escludere dalle turnazioni nei festivi e nei notturni il suddetto personale. “Un provvedimento necessitato e consequenziale alla carenza di risorse – prosegue l’assessore – non potendosi assicurare i servizi senza la necessaria copertura finanziaria”. Ma ora “occorre una svolta nella riorganizzazione del personale”. Svolta che, in parte, potrebbe essere agevolata dalla riorganizzazione del dipartimento beni culturali “gia’ elaborata e trasmessa alla giunta di governo”. La nuova governance dei beni culturali, prevedendo l’istituzione dei poli museali, consentira’ al dirigente responsabile di ottimizzare al massimo le risorse umane disponibili. Mentre oggi ogni sito si organizza con il personale a disposizione, una volta approvata la riforma, cinque/sei siti verranno accorpati in un unico polo museale e il dirigente potra’ ottimizzare al meglio il personale. “Faremo in modo che non ci siano siti con esuberi e siti con carenze”, conclude Vermiglio.

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Articolo aggiornato alle 20:48

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