Sileri: “Pfizer, evitare slittamenti per le persone che hanno fragilità gravi”

Sileri: “Pfizer, evitare slittamenti per le persone che hanno fragilità gravi”
Pierpaolo Sileri
13 maggio 2021

Sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, quindi il governo ha deciso: dopo 42 giorni dalla prima dose, si può fare il richiamo del vaccino Pfizer.

“Sì. Questa opportunità, amplia in maniera significativa il numero di persone che possono beneficiare della prima dose. Certo, se lei chiede a me cosa ne penso, già nella fase iniziale della terza ondata, cioè a gennaio-febbraio scorso, mutuando l’esperienza inglese, ero dell’idea di spostare la seconda dose. Oggi, invece, con la disponibilità di dosi che abbiamo, riserverei questa opzione (42 giorni, ndr) ai pazienti che non hanno fragilità gravi, in sostanza in buona salute”.

Ci sono regioni che somministrano la seconda dose a 21 giorni, altre a 35, e altre ancora a 42… Non c’è una regola?

“La regola c’è: entro 42 giorni si può fare la seconda dose di vaccino Pfizer. E questo perché se uno è nell’impossibilità di rispettare la scadenza dei 21 giorni per un imprevisto, può riprogrammare con la struttura sanitaria un altro appuntamento entro i 42 giorni. Il protocollo, in sostanza, standardizza a tre settimane il richiamo ma scientificamente lo stesso richiamo si può fare entro 42 giorni. Quello che io non farei è certamente spostare i richiami già fissati. Non è soltanto una questione sanitaria ma anche logistica”.

Che senso ha che il governo dichiara lo stato di emergenza sanitaria per gestire in modo univoco la pandemia e poi alcune Regioni si comportano come Repubbliche “autonome”. E’ una questione politica?

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“No. E’ un problema di gestione della sanità che è di natura regionale: dalla prevenzione alla programmazione. Tutto. E ogni regione adatta a quelle che sono le proprie capacità strutturali. E’ chiaro che per quanto riguarda la pandemia, sarebbe necessaria una linea univoca di azione. Perché, parlando da tecnico e non da sottosegretario, è abbastanza poco comprensibile che le Regioni hanno messo in campo sistemi operativi diversi l’uno dall’altro”.

Mi scusi. Ma allora a che serve lo stato di emergenza?

“Serve semplicemente a snellire alcune procedure che poi devono essere eseguite dalle Regioni”.

Stando alla tabella di marcia delle vaccinazioni, a giugno possiamo camminare all’aperto senza mascherina?

“Questo è quello che accade, ad esempio, in Israele. O negli stessi Stati Uniti, dove con l’aggiornamento delle ultime linee guida, le mascherine possono essere tolte all’aperto dalle persone vaccinate, tranne in alcuni contesti di sovraffollamento. Stessa cosa nel Regno Unito. Quindi, arrivati anche noi con trenta milioni di persone con la prima dose, perché dovremmo essere diversi dagli altri? E questo potrebbe coincidere proprio con l’arrivo del solstizio d’estate. Si tratta di buon senso. Non possiamo obbligare tutti a misure restrittive per colpa di pochi che non rispettano le regole”.

Perché la cabina di regia è stata rinviata a lunedì?

“Penso che sia stato un giusto rinvio, in quando possiamo valutare bene i dati della settimana in corso. Non avrebbe avuto senso fare un’analisi dei dati della scorsa settimana per poi domani avere a che fare con un nuovo report”.

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Coprifuoco, si va verso le 23?

“Questo è presto per dirlo. In merito, la valutazione del Comitato tecnico scientifico arriverà con la prossima cabina di regia. Tuttavia, penso che verrà spostato, verosimilmente, nelle prossime settimane”.

Dal 15 maggio turisti in Italia senza obbligo della quarantena?

“Anche questo è molto precoce affermarlo. Di certo spero che rapidamente possa entrare in esercizio il green pass nazionale e ovviamente anche quello europeo”.

Verrà modificato il parametro Rt, dato che a 1 scatta l’arancione?

“Credo che una rimodulazione ci sarà perché l’Rt è un parametro che deve essere riadattato alla nuova situazione epidemiologica in cui oggi c’è anche il vaccino. E soprattutto cambia il fatto che il virus andrà a circolare maggiormente nei soggetti più giovani non vaccinati”.

Torna il caos AstraZeneca. Per Aifa, vaccino a over 60. Il generale Figliuolo, invece, vorrebbe somministrarlo angli over 50.

“E’ una questione tecnico-scientifica. AstraZeneca è stato indicato preferenzialmente, quindi non è un obbligo, per persone sopra i sessanta anni. In questa fascia di età si sono riscontrate alcune rarissime eccezionali complicanze in soggetti femminili. E’ chiaro che estendere sotto i sessanta anni, con massima cautela, si potrebbe arrivare ai soggetti over cinquanta, ma per il solo sesso maschile. La confusione nasce da non spiegare una cosa fondamentale. E cioè che con l’attuale circolazione del virus che fa segnare 12 casi di incidenza ogni dieci mila abitanti, il rischio beneficio è ancora ampiamente a vantaggio del beneficio per tutte le classi di età, ma sicuramente dopo i 50 anni. Quindi, a rigor di logica…”.

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