Sindaco Riace, nuovo scontro Salvini-Saviano. La politica si divide

2 ottobre 2018

Il caso Riace fa salire ancora la tensione sul tema migranti: il sindaco del comune calabrese Domenico Lucano è da stamani agli arresti domiciliari, insieme alla sua compagna Tesfahun Lemlem, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. Ed è subito una nuova puntata dello scontro Salvini-Saviano mentre il mondo politico si divide: i Cinquestelle ribadiscono che “il governo del cambiamento ha dichiarato guerra al business dell’immigrazione” e la Lega esprime fiducia ai giudici di Locri.

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Sinistra e Pd difendono, con vari accenti, il sindaco e il modello di integrazione di Riace. Forza Italia, pur tenendo fermo il principio della presunzione di non colpevolezza, osserva con Francesco Paolo Sisto che “il punto è capire se la sua sbandierata accoglienza sia stata moralmente spontanea o personalmente interessata” e definisce “assurde” le accuse di Saviano ai giudici. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, nel giorno in cui visita Napoli – e ad accoglierlo, oltre al presidio dei centri sociali, c’è anche un corteo spontaneo con cartelli di solidarietà che recitano ‘Mimmo Lucano libero’ -, non si lascia scappare l’occasione: “Accidenti – scrive su Facebook -, chissà cosa diranno adesso Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire l’Italia di immigrati!”.

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Lo scrittore Roberto Saviano non fa mancare la sua risposta con la quale si schiera, con un lungo post su Facebook, dalla parte del sindaco – convinto che “Mimmo saprà difendersi” – e attacca l’esecutivo giallo-verde spiegando che “questo governo, attraverso questa inchiesta giudiziaria compie il primo atto verso la trasformazione definitiva dell’Italia da democrazia a stato autoritario. Con il placet di tutte le forze politiche”. “La verità è che nelle azioni di Mimmo Lucano non c’è mai finalità di lucro, ma disobbedienza civile”, spiega l’autore di Gomorra. Saviano torna a chiamare Matteo Salvini “Ministro della Mala Vita” osservando che “ha subito individuato in Mimmo Lucano un nemico da abbattere” ma critica anche il Pd che “non ha mai compreso che se davvero voleva ripartire da qualche parte per ritrovare un barlume di credibilità (ora è troppo tardi), avrebbe dovuto farlo da Riace, da Mimmo Lucano”.

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Salvini controreplica: “Non mi alzo pensando a Saviano, né vado a dormire pensandolo e devo dire che mi fido più della Procura di Locri che di lui. Io ho appreso la notizia dai quotidiani, e per fortuna, aggiungerei, non ho azioni di controllo sulla magistratura. Non so in che parte del mondo è Saviano e cosa ha saputo”. Duri i Cinquestelle che con il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia declamano: “Zero fondi per Riace. Abbiamo deciso di ridurre a zero la speculazione sull’accoglienza. Per Riace non ci sono coperture e il nostro governo si è posto l’obiettivo di eliminare i finanziamenti a pioggia in tema di politiche migratorie. Queste le mie dichiarazioni rese in occasione della visita in Calabria il 6 agosto scorso. Oggi, dopo l’arresto del sindaco di Riace nell’ambito dell’operazione Xenia effettuata dalla Guardia di Finanza, sono più comprensibili. Il sistema dell’accoglienza targato Pd ha creato più indagati che integrati”.

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Il segretario Pd Maurizio Martina contesta la “speculazione vergognosa da parte del governo per nascondere il disastro che stanno compiendo sull’Italia”. Secondo il presidente dei Dem, Matteo Orfini, “i magistrati fanno bene a perseguire i reati. Ma la politica ha il dovere non solo di riconoscere e intervenire quando quei reati sono figli di una legge ingiusta o inefficace, ma anche avere la forza di distinguere i comportamenti criminali dalle forme magari estreme di una battaglia politica. Per questo resto dell’idea che quel modello faticosamente costruito a Riace vada difeso a spada tratta”. Da sinistra Nicola Fratoianni parla di “vergognosa clava” usata contro il sindaco di Riace e Giuseppe Civati di Possibile osserva: “Un ministro indagato per sequestro di persona aggravato che festeggia per i reati contestati a quello che lui stesso ha indicato come suo nemico politico. La vergogna non ha limiti”.

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In difesa di Domenico Lucano si muovono anche Beppe Fiorello, protagonista di una fiction proprio sul sindaco di Riace ancora non messa in onda dalla Rai (“Crederò in te più di prima. Qualcuno si porterà sulla coscienza la vita di un uomo straordinario, io lo so che Mimmo non sopporterà questa vergogna, ora cerco parole per difenderlo ma mi rendo conto che non va più difeso, va amato come lui ama il prossimo”), Alessandro Gassman che prende posizione su Twitter (scrive “#MimmoLucano favoreggiamento all’integrazione #stayhuman) e don Ciotti secondo il quale se il sindaco ha sbagliato è “per eccesso di generosità”.

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