Sinner dice “no” alla Davis, la Federazione: “Scelta dolorosa, ma il gruppo è pronto”
Il campione uscente affronta la Final 8 di Bologna con una rosa rinnovata, chiamata a difendere il titolo senza il suo leader tecnico. Volandri e Binaghi ripongono fiducia nel collettivo.
Jannik Sinner
Jannik Sinner, due volte campione in carica e numero 2 del ranking mondiale, non farà parte del quintetto azzurro convocato per la Final 8 di Coppa Davis, in programma dal 18 novembre nella SuperTennis Arena di BolognaFiere. La Federazione Italiana Tennis e Padel ha reso nota la lista ufficiale dei convocati, dalla quale emerge l’assenza della stella altoatesina, impegnata a gestire una stagione estenuante e a prepararsi per il 2026. Al suo posto, il capitano Filippo Volandri punta su un gruppo affiatato: Matteo Berrettini, Simone Bolelli, Flavio Cobolli, Lorenzo Musetti e Andrea Vavassori.
La decisione di Sinner non arriva del tutto inattesa. Reduce dal trionfo nella Six Kings Slam in Arabia Saudita e reduce da un 2025 segnato dal rientro in campo dopo tre mesi di squalifica per il caso clostebol, il 23enne di San Candido ha scelto di preservare energie fisiche e mentali. “L’importante è partire bene nel 2026, una settimana in più di preparazione cambia. È una scelta difficile rinunciare alle Final, averla vinta già due volte ha avuto un suo peso”, ha spiegato lo stesso Sinner, alludendo a una pausa strategica dopo due trionfi consecutivi a Malaga.
Un passo indietro per guardare al futuro
Il capitano Volandri ha confermato con toni rispettosi la scelta del giocatore: “Jannik non ha dato la sua disponibilità per il 2025. La Coppa Davis è, e resterà, sempre casa sua e sono certo che tornerà presto a far parte della squadra”. Nonostante l’assenza del leader tecnico e simbolico del team, Volandri esprime piena fiducia nel resto del gruppo: “Con i nostri ragazzi abbiamo costruito i successi del recente passato sullo spirito di squadra e sulla fiducia reciproca. A Bologna, sarà ancora una volta un’entusiasmante avventura”.
La rosa azzurra, pur priva della sua punta di diamante, non manca di qualità e motivazione. Matteo Berrettini, reduce da un ritorno convincente dopo i suoi problemi fisici, sarà il giocatore di punta. Accanto a lui, Lorenzo Musetti e Flavio Cobolli rappresentano la nuova generazione del tennis italiano, mentre Simone Bolelli e Andrea Vavassori garantiscono esperienza e solidità nel doppio — una specialità spesso decisiva nelle sfide a eliminazione diretta della Davis.
La Federazione: “Scelta dolorosa, ma il gruppo è pronto”
Anche il presidente della FIT, Angelo Binaghi, ha commentato con equilibrio la decisione di Sinner: “Comprendiamo e rispettiamo la sua scelta, arrivata al termine di una stagione lunga e intensa. Resta comunque una decisione dolorosa per noi”. Tuttavia, Binaghi ha voluto sottolineare la forza collettiva del team: “Riponiamo grande fiducia nel gruppo guidato da Volandri: una squadra solida, unita, capace di trasformare ogni difficoltà in un’ulteriore spinta. Hanno già dimostrato di poter raggiungere traguardi straordinari insieme”.
Va ricordato che la lista ufficiale potrà subire modifiche fino a una settimana prima dell’inizio della competizione. Non è dunque escluso un ripensamento da parte di Sinner, soprattutto in base all’esito delle ATP Finals di Torino, in programma a partire dal 9 novembre. Tuttavia, al momento, il messaggio del campione italiano è chiaro: dopo aver portato l’Italia ai vertici del tennis mondiale, si concede una pausa per tornare più forte nel 2026.
Un’occasione per riscrivere la storia senza l’asso
L’assenza di Sinner rende ancora più avvincente la sfida azzurra. L’Italia, campione uscente, dovrà difendere il titolo contro avversari temibili, a cominciare dall’Austria, e senza il proprio giocatore più forte — una situazione che ricorda, in parte, il 2023, quando Sinner saltò i turni preliminari per impegni agonistici. In quell’occasione, il team azzurro superò comunque ogni ostacolo grazie al contributo collettivo.
Oggi, la posta in palio è ancora più alta. Un trionfo senza Sinner varrebbe come una consacrazione definitiva del “sistema Italia” nel tennis maschile: un modello basato su coesione, talento diffuso e leadership condivisa. E se Carlos Alcaraz, rivale storico di Sinner, guiderà la Spagna a Bologna, l’Italia punterà a dimostrare che non serve un singolo fuoriclasse per vincere — basta un gruppo unito, determinato e pronto a giocarsi tutto per la maglia azzurra.
