Nonostante le misure deflattive dell’affollamento carcerario adottate dai governi che si sono succeduti in questi ultimi anni, sta riprendendo a crescere il numero dei detenuti in un contesto che lo stesso ministro della giustizia Andrea Orlando – nel suo intervento del 26 gennaio per l’inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione – ha definito “non roseo”, anche se la fase emergenziale è alle spalle. Ultime statistiche del ministero pubblicate in questi giorni rilevano infatti che, alla fine dello scorso mese di gennaio, sono 55.381 le persone recluse nei penitenziari. Erano 54.653 alla fine di dicembre 2016, dunque i nuovi ingressi – nel primo mese del 2017 – sono stati 728.
Guardando i dati più recenti sul sovraffollamento delle celle, partendo dal 31 dicembre 2013 con 62.536 detenuti, si arriva nel 2014 a 53.623, e si scende ancora ai 52.164 nel 2015. Ma nel 2016 la situazione è cambiata e i dati del primo e del secondo semestre hanno entrambi il segno più: dai 52.164 detenuti di fine 2015, si è passati a 54.072 del primo semestre del 2016, fino ai 54.653 del secondo semestre. E il trend di crescita, come si è visto, continua anche nel nuovo anno. Per quanto riguarda il genere e la provenienza, dei 55.381 detenuti rilevati al 31 gennaio 2017, a fronte di una capienza regolamentare di 50.174 posti letto nelle 191 carceri italiane, 2338 sono donne, 18.825 sono stranieri. Le persone che usufruiscono della semilibertà sono 803, tra loro gli stranieri sono solo 88. Anche i dati sulle detenute madri, nel raffronto statistico tra dicembre 2016 e gennaio 2017, indicano un valore in aumento. A fine dicembre, le donne recluse erano complessivamente 37 con 33 figli al seguito, nel dettaglio dieci erano italiane con 11 figli, mentre 23 avevano cittadinanza straniera con 26 figli. Alla fine di gennaio del nuovo anno, le donne recluse in totale sono 35 con 40 figli, 13 sono italiane con 15 figli, mentre 22 sono le mamme straniere con 25 figli al seguito.