I Carabinieri della Compagnia di Mistretta hanno fermato Giacomo Frasconà Filaro, 20 anni, ritenuto l’esecutore materiale della sparatoria. Con lui sono stati arrestati il fratello Mario, 18enne, e il padre Antonino, 48enne. I tre, tutti residenti a Capizzi, sono accusati di concorso in omicidio, tentato omicidio e detenzione di arma clandestina.
La pistola utilizzata, con il numero di serie cancellato, è stata sequestrata nelle prime ore successive all’omicidio. Gli investigatori hanno anche rinvenuto i bossoli sul posto e sequestrato l’autovettura utilizzata per la fuga.”Mio nipote era un ragazzo d’oro – afferma Michele Di Dio, direttore dell’unità operativa complessa di Urologia all’Ospedale dell’Annunziata di Cosenza e docente dell’Università della Calabria. – E’ una tragedia annunciata”.
Famiglia con precedenti penali
Il sindaco di Capizzi, Giuseppe Principato, ha confermato che la famiglia dei fermati “aveva precedenti penali accertati”. “L’anno scorso — ha ricordato il primo cittadino — alcuni componenti furono indagati per il rogo alla caserma dei Carabinieri”.
Proprio in relazione a quell’episodio, un minorenne della famiglia (oggi maggiorenne) fu denunciato a piede libero per danneggiamento aggravato e interruzione di pubblico servizio. Il sindaco ha ribadito di aver più volte sollecitato, senza esito, il potenziamento dell’organico dell’Arma.
La vittima: studente estraneo alla criminalità
Giuseppe Di Dio, studente dell’Istituto Alberghiero, era descritto da conoscenti e amici come un ragazzo serio e dedito alla famiglia. La ricostruzione delle forze dell’ordine lo indica come vittima casuale, trovatasi per caso nel luogo dell’agguato.
La guardia medica di Capizzi non ha potuto fare nulla per salvarlo. Il suo decesso è sopraggiunto poco dopo il ricovero. Il sindaco ha proclamato il lutto cittadino, descrivendo la comunità di 3000 anime come “sotto shock”.
La dinamica: auto fermata, uomo sceso e sparato
Diverse fonti testimoniali concordano sulla dinamica: un’automobile si sarebbe fermata davanti al locale, da cui sarebbe sceso un uomo che ha esploso diversi colpi. Alcuni residenti hanno riferito agli investigatori che i fratelli Frasconà Filaro avevano vantato il possesso di una pistola già nei giorni scorsi.
I Carabinieri, allertati in precedenza, avevano effettuato controlli senza rinvenire l’arma. Sul posto è intervenuto anche il comandante provinciale di Messina, colonnello Lucio Arcidiacono, per coordinare le operazioni.
Cordoglio e reazioni della comunità
La strada del delitto si è trasformata in un luogo di raccoglimento spontaneo. Decine di persone hanno reso omaggio alla vittima in un silenzioso corteo. “Non si può morire così, per caso” ha commentato un residente tra la folla.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Enna, stanno esaminando i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona. Gli investigatori lavorano per ricostruire l’esatta dinamica e il movente preciso dell’agguato, apparentemente diretto verso una persona specifica.
I funerali di Giuseppe Di Dio saranno celebrati non appena la Magistratura ne concederà l’autorizzazione. La comunità aspetta ora la data per l’ultimo saluto al ragazzo, mentre le indagini proseguono per fare piena luce sulla tragedia.