Speciale Festival di Spoleto 2018: le mostre di Palazzo Collicola

2 luglio 2018

Le prossime due settimane la mia rubrica sarà dedicata al Festival dei Due Mondi, la kermesse di arte e cultura che rende la cittadina umbra polo di importanza internazionale nella prima metà di luglio. Balletti, teatro, conferenze, eventi e tanta arte, in tutte le sue declinazioni.

Il primo importante luogo di cui desidero parlarvi è Palazzo Collicola, uno degli edifici gentilizi più importanti della città costruito tra il 1717 e il 1730 dall’architetto e anticamente residenza della nobile famiglia Collicola. Successivamente fu acquistato dal Comune che lo ha adibito a sede dell’Istituto Statale d’arte “Leoncillo Leonardi. Dal 2000 – è stato poi riallestito e ampliato nel 2010 – è stato trasformato in museo d’arte contemporanea, divenendo insieme alla Collezione Burri di Città di Castello, il più importante museo d’arte contemporanea dell’Umbria. In occasione della sessantunesima edizione del Festival dei Due Mondi, quello appunto del 2018 che ha tagliato il nastro venerdì 29 giugno e che terminerà domenica 15 luglio, Palazzo Collicola ha sapientemente scelto di proporre una serie di mostre di artisti contemporanei, sia italiani che internazionali, ognuno con il proprio personalissimo linguaggio, regalando al visitatore un’ampia panoramica sui nuovi mezzi espressivi del fare arte nel terzo millennio. Al piano nobile i dipinti della collezione permanente risalenti al XVI, XVII e XVII secolo e i soffitti magnificamente affrescati, fanno da sfondo alle opere di Eugene Lemay, opere forti e di contestazione alla guerra, alle brutture create dall’uomo e che ne distruggono il passato compromettendone il presente e il futuro.

Eugene Lemay 02

Ha vissuto la guerra Lemay, combattendo con l’esercito di Israele, e nei suoi lavori sembrano risuonare gli echi dei bombardamenti, le grida dei soldati feriti, il terrore di continuare a vedere solo distruzione e dolore, senza la speranza di un domani perché è questo ciò che l’artista ha sentito, percepito nel momento in cui viveva quell’esperienza. I colori scelti, grigio e nero prevalentemente, sono stesi sulla tela in maniera densa, materica, forte, quasi voglia rappresentare corpi che si sollevano seguendo la tendenza innata dell’essere umano alla rinascita, all’istinto di conservazione che lascia aperta la porta del possibile, dell’inatteso cambiamento anche nel buio della guerra.

Il secondo piano del Palazzo vede invece protagonisti Roberta Pizzorno, Giorgio Ortona, l’israeliano Ygal Ozeri, Giuseppe Pulvirenti e Andrea Packanowski: linguaggi espressivi diversi, trame narrative variegate e tutte affascinanti nel loro punto di vista. La Pizzorno presenta per la prima volta il risultato di una sua lunga ricerca su una tecnica in cui utilizza china e acquarello; dunque attraverso l’essenzialità del bianco e nero e delle linee curve e sottili che descrivono immagini nelle immagini, per crearne altre che danno un’idea diversa all’esterno, rispetto a quello che è invece al suo interno, non fa altro che sottolineare la confusione in cui spesso l’essere umano si trova.

Roberta Pizzorno, la lampada di Aladino

La difficoltà del sentire crea disorientamento, crea uno stato di tendenza a nascondere ciò che gli altri devono vedere perché in fondo, la complessità dell’essere non può sempre essere mostrata, va vissuta tra gli estremi, tra le tensioni interiori che all’esterno appaiono misteriose. Così come i disegni della Pizzorno, enigmi vicini ideologicamente alle opere di Escher, che però con lei si addolciscono rivelando la sensibilità femminile che oltrepassa l’enigma e lo rendere semplicemente individualità da scoprire e lasciare che venga svelata, desiderandolo quasi.

Ygal Ozeri infatti tenta di capire e di spiegare il mistero femmineo, attraverso i suoi magnifici ritratti femminili realizzati attraverso una tecnica ibrida in cui utilizza immagine fotografica e poi pittura, dove la tecnologia diventa base per l’irrinunciabile manualità, quella che caratterizza l’opera d’arte, suggerendo sottovoce che il progresso può solo essere un complemento all’uomo, la tecnica non può sostituire l’emozione e il sentire.

Yigal Ozeri

Ed è sempre sottovoce che le sue donne parlano, attraverso gli sguardi, attraverso una posa plastica che dialoga direttamente con l’osservatore, calate in un mondo ideale dove non ci sono pericoli, dove non c’è timore né fragore, dove si sentono al sicuro e libere di essere se stesse. Dunque l’Iperrealismo pittorico, nella sua scientificità nei dettagli, diviene mezzo per avvolgere ed esaltare la sensibilità, la morbidezza, la sensualità di ogni donna, protagonista e musa da sempre dello sguardo degli artisti che, nel corso dei secoli, hanno cercato di carpirne quel mistero che continua a sfuggire.

Pacanowski invece, attraverso i suoi scatti fine art, racconta di un percorso alla scoperta delle masse, dando una panoramica dall’alto, da lontano dove i dettagli non si scorgono, non si intravedono, dei differenti modi di aggregarsi. Descrive le inquietudini del nostro tempo, la necessità di una guida spirituale come nel caso delle opere legate ai raduni religiosi, la necessità di condividere e stare insieme in un’epoca dove è diventato protagonista l’individualismo. La sua particolare tecnica fotografica rende le opere simili a dipinti, esaltando quella contaminazione di espressioni artistiche dove l’una prende spunto e compenetra l’altra generando nuovi linguaggi contemporanei in cui i confini non sono più netti, perché l’imperativo dell’arte oggi è la sinergia.

Le mostre in corso a Palazzo Collicola sono imperdibili per chi si trova a Spoleto, tappa obbligata di un percorso alla scoperta dell’arte a trecentosessanta gradi che avvolge la capitale dei Due Mondi.

 

PALAZZO COLLICOLA ARTI VISIVE

Piazza Collicola 1, Spoleto

Le mostre in corso saranno aperte

dal 30 giugno 2018 al 7 ottobre 2018

 

ORARI

Dal mercoledì al lunedì dalle 10.00 alle 13.00

e dalle 15.30 alle 19.00

 

COSTI

Intero – € 6.50
Ridotto – € 4.00 (dai 15 ai 25 anni)
Gratuito – fino a 14 anni e residenti e scuole del Comune di Spoleto

 

CONTATTI

Telefono: 0743 46434 – Fax: 0743 46434

E-mail: spoleto@sistemamuseo.it

Sito web: www.palazzocollicola.eu

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