Staffetta Obama-Merkel, occhio a Trump e a Putin. Libero scambio e clima in agenda

Staffetta Obama-Merkel, occhio a Trump e a Putin. Libero scambio e clima in agenda
18 novembre 2016

Barack Obama passa a Angela Merkel il testimone della difesa dei valori del liberalismo di fronte all’avanzata del populismo, culminata nella vittoria elettorale di Donald Trump, e al nuovo espansionismo russo: “Non avrei potuto chiedere un partner piu’ saldo e affidabile sulla scena mondiale”, ha detto il presidente americano ieri nel giorno della visita a Berlino. La Germania “e’ stato il partner internazionale a me piu’ vicino nei trascorsi 8 anni”, ha aggiunto Obama, che in un editoriale scritto insieme con la leader tedesca, pubblicato alla vigilia della visita a Berlino sul periodico Wirschaftswoche, aveva sottolineato: “I valori della democrazia, della giustizia e della liberta’ sono a fondamento dei successi delle nostre economie. Quando abbiamo di fronte elite, ricche corporation, darsi regole differenti, evitare di pagare le tasse, cercare scappatoie…tutto cio’ alimenta un profondo senso di ingiustizia”. Successivamente, di fronte ai giornalisti, Obama si e’ lanciato in un endorsement alla Merkel, in vista delle elezioni politiche del prossimo anno in Germania: “Spetta a lei decidere se correre per un quarto mandato”, ha detto, “ma se fossi qui e fossi un tedesco, lei avrebbe il mio voto”. “Vorrei – ha aggiunto – essere qui per alleggerire il peso sulle sue spalle. Ma so che lei e’ un tipo tosto”.

SPIONAGGIO E VOLKSWAGEN IN ARCHIVIO, IL PROBLEMA E’ TRUMP L’imminente uscita di Obama dalla Casa Bianca, e soprattutto l’ingresso nell’Ufficio Ovale di un uomo che non potrebbe essere piu’ diverso da lui, ha fatto dimenticare al cancelliere tedesco i momenti di crisi nelle relazioni tra i due paesi e tra le due leadership nel nome di un fronte culturale comune contro la deriva populista e l’orso russo. Il primo arrivo’ nell’estate del 2014, un luglio caldo in cui vennero fuori, grazie all’ex contractor dell’intelligence americana Edward Snowden, le intercettazioni sul telefono di Angela Merkel fatte da agenti americani. Successivamente emerse che gli 007 tedeschi non erano stati da meno dei loro colleghi a stelle e strisce nel piazzare l’orecchio sulle conversazioni telefoniche di alcune figure dell’amministrazione Obama, tra le quali Hillary Clinton. La polemica poi’ si e’ ricomposta e non ha dato seguito a inchieste, cosi come e’ accaduto con il ‘dieselgate’, ovvero lo scandalo delle emissioni truccate che nel settembre del 2015 coinvolse Volkswagen e si e’ chiuso il mese scorso con l’accordo di risarcimento da 15 miliardi di dollari, che saranno sborsati dalla casa automobilistica tedesca a quegli americani che comprarono le “automobili del popolo” con software truccati.

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FALLITO IL TTIP, A RISCHIO L’ACCORDO SUL CLIMA Barack Obama e Angela Merkel si sono gettati alle spalle tutto questo, ma non hanno potuto non prendere atto di un grande fallimento: la fine dei negoziati per l’accordo di libero scambio tra Europa e Stati Uniti. Il Trattato (Transatlantic Trade and Investment Partnership) “non puo’ essere chiuso”, ammesso il cancelliere, che si e’ lasciata andare, poco convinta, a una speranza: “I negoziati potrebbero riprendere, un giorno”, poiche’ – e il pensiero va all’isolazionismo di Trump – “la globalizzazione esige una cornice politica, ma non si puo’ tornare a un tempo pre-globalizzazione”. E cosa potrebbe essere piu’ globale dell’intesa sul clima, messa in discussione da Trump durante la campagna elettorale: “Il cambiamento dell’amministrazione americana non dovra’ ostacolare il nostro continuo sforzo” per combattere i cambiamenti climatici e “per coinvolgere la Cina”, ha messo sull’avviso Merkel ringraziando Obama per aver trainato “gli accordi di Parigi”.

L’OMBRA DI VLADIMIR PUTIN. OBAMA AVVERTE TRUMP L’ombra del capo del Cremlino ha fatto capolino negli incontri a Berlino, che con gli Stati Uniti ha condiviso in questi anni la preoccupazione per una Mosca sempre piu’ determinata a riprendersi cio’ che resta dell’impero sovietico o, almeno, impedire che un pezzo di Oriente, a partire dalla Siria, cada sotto l’influenza occidentale. “Spero che Donald Trump terra’ testa alla Russia”, ha affermato il presidente americano, invitando il suo successore a non cedere “quando Mosca devia dai nostri valori e dalle norme internazionali”. Per questo la Nato serve ancora. Per questo essa resta quel “pilastro della nostra sicurezza, come e’ stato per settanta anni”. Per questo, ha aggiunto Merkel, la Germania “ha compreso il messaggio di Washington” e si impegna a rafforzarla. Resta un dubbio: a quale “Washington” si riferisce il cancelliere? A quella di Barack Obama o a quella di Donald Trump?

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