Statali specialisti in permessi e congedi, nel mirino legge 104. Inps: controlli necessari

Statali specialisti in permessi e congedi, nel mirino legge 104. Inps: controlli necessari
12 luglio 2016

di Laura Della Pasqua

La pubblica amministrazione batte il settore privato nell’utilizzo dei permessi e dei congedi straordinari. A puntare il dito contro questo uso distorto di un diritto concesso dalla legge, è il presidente dell’Inps Tito Boeri, presentando il rapporto annuale. I permessi previsti dalla legge 104 e i congedi straordinari previsti dal decreto legislativo 151 costano più di 3 miliardi di euro all’anno (includendo nel calcolo le prestazioni di lavoro non rese ma retribuite nel pubblico impiego). Il presidente Boeri ha quindi sottolineato con forza che “i controlli oggettivi sull’utilizzo di questi permessi sono tanto più necessari e giustificati quanto più si punta su un’assistenza pubblica di qualità piuttosto che affidarsi unicamente sulle cure informali delle famiglie”. Al 2015 – spiega il Rapporto annuale Inps – i beneficiari dei permessi retribuiti nel settore privato erano circa 450 mila, su una platea molto più vasta, con un costo per l’Inps di circa 1,3 miliardi.

Nel settore pubblico si stima che siano fruiti da circa 440 mila soggetti; il numero medio pro-capite annuo di giorni di permesso è fino a 6 giorni nel pubblico contro 1,5 nel privato. Nel settore pubblico il costo ombra è stimato in oltre 1 miliardo di euro a cui si aggiungono altri 600 milioni se si includono anche i congedi straordinari. Nel complesso si arriva a 3,1 miliardi “una somma di tutto rispetto”. Boeri ha osservato che “vi sono fondate ragioni per pensare che i permessi retribuiti della 104 vengono allocati senza sempre verificare se questi permessi vengono utilizzati davvero per assistere persone con disabilità gravi”. Per Boeri è troppo alta l’incidenza di permessi retribuiti nel pubblico impiego rispetto al settore privato e troppo forte la variabilità tra settori della pubblica amministrazione. Immediata la replica del sindacato. “Le affermazioni del Presidente dell’Inps secondo le quali l’incidenza dei permessi 104 è troppo alta nel pubblico impiego rispetto al privato sono inaccettabili” afferma il segretario generale della Uil Fpl Giovanni Torluccio.

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“Pur di attaccare i dipendenti pubblici si utilizza anche la 104 che, per chi non la conoscesse bene, è il riferimento legislativo per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate; i principali destinatari sono dunque i disabili e i loro familiari che in questo modo possono assisterli. Giusto fare controlli e punire severamente chi la utilizza impropriamente ma è intollerabile obiettare sull’utilizzo della stessa che viene riconosciuta in casi di assoluta gravità a supporto dei cittadini in difficoltà”. Il sindacalista ha sottolineato che “questi attacchi continui fanno male non solo agli oltre 3 milioni di lavoratori che con professionalità e serietà lavorano offrendo servizi ai cittadini anche senza rinnovo del contratto da oltre 7 anni (nonostante la sentenza della Consulta) ma è un insulto alle famiglie in difficoltà”. La Cgil prende Boeri di petto sui conti dell’istituto. “Ci saremmo aspettati, nel delicatissimo momento organizzativo, finanziario e anche giudiziario che sta attraversando l’Istituto, puntuali indicazioni sui conti economici, sul modello organizzativo, sulla trasparenza e correttezza delle procedure, sulla sostenibilità del sistema, sulla necessità di dare un futuro previdenziale solido ai giovani lavoratori”.

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