Economia

Stellantis Termoli: un anno di solidarietà sotto lo spettro della gigafactory sospesa

Stellantis sceglie di prorogare il contratto di solidarietà per i 1.823 lavoratori dello stabilimento di Termoli a partire dal primo settembre 2025 e fino al 31 agosto 2026. La decisione arriva al termine di un incontro segnato da tensioni fra sindacati e direzione aziendale, e getta ancora una volta un’ombra pesante sul futuro occupazionale di un territorio che va avanti fra incertezze e attese inevase.

L’introduzione di questo nuovo contratto di solidarietà – che replica il modello già adottato nelle precedenti stagioni – consente la maturazione dei ratei salariali indipendentemente dai giorni effettivi lavorati nel mese. Un meccanismo che però non placa le preoccupazioni delle organizzazioni sindacali, che chiedono risposte concrete da parte dell’azienda.

Lo stabilimento riapre, ma tra incertezze e richieste di chiarezza

“Dopo la pausa estiva lo stabilimento Termoli riapre in un clima di estrema incertezza e preoccupazione”, spiega Francesco Guida, segretario Uilm Campobasso-Termoli. “L’occupazione per tutti non è né garantita né certa. Serve un confronto urgente con il nuovo amministratore delegato, Antonio Filosa, affinché ci fornisca certezze sul destino dell’impianto, sugli investimenti e sui nuovi prodotti”.

La questione chiave resta quella della gigafactory, il progetto che avrebbe dovuto rappresentare un rilancio decisivo per lo stabilimento e per l’intera area. Ma ad oggi, il piano è fermo. “La direzione di Stellantis deve finalmente dire se la gigafactory si farà o meno. Non si può lasciare i lavoratori nel limbo. È una questione di rispetto verso la comunità e chi da anni lavora qui, insieme alle loro famiglie”, dichiara Guida.

Sindacati all’attacco: “Ancora un anno di sacrifici senza prospettive”

Non meno severa la posizione della Fiom locale, secondo cui il nuovo anno di contratto di solidarietà rappresenta “l’ennesima misura tampone che scarica i costi delle mancanze strategiche sulle spalle dei lavoratori.” La Cgil ribadisce che una situazione di incertezza prolungata rischia di minare la tenuta sociale e produttiva dello stabilimento.

Oltre alle condizioni contrattuali, il cuore del problema è rappresentato dall’assoluta mancanza di nuove prospettive industriali tangibili. Senza una decisione chiara sul progetto gigafactory e senza investimenti concreti, il futuro di Termoli rischia di diventare un limbo senza fine.

Quale futuro per Termoli?

Il caso di Termoli è emblematico delle sfide che attraversano il comparto industriale italiano, segnato da piani di rilancio spesso rallentati o sospesi e da una crescente tensione sociale legata all’occupazione.

Stellantis si trova davanti ad un bivio: spingere sull’acceleratore degli investimenti o continuare a gestire l’emergenza con soluzioni temporanee, lasciando dietro di sé un esercito di lavoratori in attesa di risposte concrete.

Il piano solidale che si aprirà a settembre rappresenta, per ora, solo un anno di rinvii. Ma quanto potrà reggere la pazienza di un territorio che reclama dignità e prospettive? E soprattutto, quale ruolo intende giocare l’azienda entro la fine del 2026?

Alla vigilia di queste decisioni cruciali, l’interrogativo resta aperto: la speranza di un futuro industriale per Termoli potrà mai concretizzarsi, o il tempo finirà per dissolvere ogni aspettativa?

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Redazione