Stupro Palermo, la vittima: mi state portando alla morte

Stupro Palermo, la vittima: mi state portando alla morte
29 agosto 2023

“Sono stanca mi state portando alla morte. Io stessa anche senza questi commenti non ce la faccio più. Non ho voglia di lottare né per me né per gli altri. Non posso aiutare nessuno se sto così”. Queste le parole della 19enne stuprata a Palermo in un altro sfogo sul suo profilo Instagram registrato oggi. “Non serve a nulla continuare, pensavo di farcela ma non è così. Se riesco a farla finita porterò tutti quelli che volevano aiutarmi sempre nel mio cuore”, prosegue la giovanissima vittima della violenza, che ha scritto il post sopra un commento in cui si diceva che la ragazza era consenziente.

“Ve lo dico in francese, mi avete rotto…con cose del tipo ah ma fa i video su tik tok con delle canzoni oscene è normale che poi le succede questo” scriveva invece tre giorni fa un’altra ‘storia’ su Instagram la ragazza stuprata, reagendo per la prima volta pubblicamente a insinuazioni sui social. “…Me ne dovrei fregare ma non lo dico per me”, aggiunge, “più che altro se andate a scrivere cose del genere a ragazze a cui succedono cose come me e fanno post come me potrebbero ammazzarsi. Sapete che significa suicidio'”.

“Io – conclude la ‘storia’ in cui definisce “animali” i responsabili dello stupro e chi insinua – rimango me stessa e manco se mi pagate cambio, perciò chiudetevi la boccuccia e continuate a guardarvi le altre tiktoker che si aprono le gambe nei video commentandoli col cuoricino piuttosto che giudicare una ragazza stuprata”. Intanto le autorità hanno deciso di imprimere una stretta stordinaria, coordinata dalla polizia, nelle vie della movida di Palermo, scenario dello stupro. I controlli, effettuati da Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Municipale e Vigili del Fuoco, hanno portato al monitoraggio di 181 persone, di cui 36 con precedenti di polizia; 10 veicoli; tre esercizi pubblici. La Polizia Municipale ha sequestrato un noto locale perché provo di autorizzazione sanitaria e di quella per la somministrazione di alcool. Intanto, dopo i segnali decisamente preoccupanti lanciati oggi pomeriggio, tramite il suo profilo Instagram, la giovane palermitana è stata trasferita in una comunità protetta, fuori dal capoluogo siciliano. Nel centro le sarà offerta anche la possibilità di lavorare.

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Per domani, invece, è in programma l’udienza davanti al tribunale del riesame di Palermo che dovrà decidere sull’istanza di scarcerazione di Christian Maronia, uno dei sette ragazzi arrestati per lo stupro della 19enne avvenuto il 7 luglio nella zona del Foro Italico. Per l’8 settembre è fissato invece il riesame per Elio Arnao, mentre non è stato deciso ancora quando i giudici si pronunceranno sulla richiesta di revoca del carcere di Samuele La Grassa. Proprio oggi è arrivato, tramite il suo profilo Instagram, un nuovo sfogo della vittima che ha detto: “I vostri commenti mi stanno portando alla morte”.

 

Il branco in azione

 

È la notte del 7 luglio, Palermo. Le immagini delle telecamere di sorveglianza riprendono un gruppo di ragazzi che sorreggono una giovane barcollante. Sono quelle immagini che, insieme alle chat su whatsapp e una foto recuperata dai telefonini, inchioderanno i sette denunciati di violenza di gruppo. Si tratta di giovanissimi tra i 18 e i 22 anni, tra loro anche un minorenne. Secondo il racconto della ragazza, lo scorso 7 luglio si trovava alla Vucciria, con un’amica che poi è andata via. Quella sera ha bevuto diversi cocktail.

E durante la serata ha incontrato un conoscente, Angelo Flores. Sarebbe lui a riprendere con il telefonino la scena. Ma l’incubo inizia in un locale. “Falla ubriacare, poi ci pensiamo noi”. Si trovano in un locale nel quartiere della movida palermitana. La giovane con i ragazzi, che la prendono sottobraccio perché non era in condizioni di camminare, raggiungono il Foro italico, sul mare, dove sarebbe avvenuto la violenza collettiva. “Io mi sono accasciata a terra perché non mi reggevo più in piedi, ma loro mi tenevano e continuavano.

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Il racconto della vittima

 

“Non avevo idea di dove mi stessero conducendo – ha raccontato la vittima ai carabinieri -. Mi hanno risposto: “lo sappiamo noi'”. Durante il tragitto la ragazza ha cercato di attirare l’attenzione dei passanti: “Ho chiesto aiuto, ma nessuno ha compreso quello che stava succedendo”. “Mi sono accasciata per tre volte. Io non volevo avere rapporti sessuali, non mi muovevo, ho gridato, sono caduta a terra battendo anche la testa, ma non si fermavano e Angelo rideva. Ho iniziato a ripetere ‘basta, basta’, ma i ragazzi hanno continuato, scambiandosi di posto”. Inizia così, tra le lacrime, il racconto dell’orrore.

Sono caduta una seconda volta e ho preso il mio telefono e ho chiamato il mio ragazzo perché chiamasse un’ambulanza. I ragazzi mi hanno preso il telefono e chiuso la chiamata. Poi mi hanno rivestita, mi hanno presa sottobraccio e accompagnato in strada e si sono allontanati”. Rimasta sola, si è distesa su un muretto quando due ragazze l’hanno avvicinata per chiederle se avesse bisogno di qualcosa e lei ha chiesto di chiamare il suo fidanzato. Da lì la denuncia, le visite mediche che confermano lo stupro, e poi gli arresti.

“Ieri sera (24 agosto, ndr) niente, se ci penso un po’ mi viene lo schifo” scrive all’indomani mattina uno degli indagati agli altri amici. Quindi finiscono in carcere: Angelo Flores, 22 anni, il giovane che ha realizzato il video, Gabriele Di Trapani, 19 anni, Christian Maronia, 19 anni, Cristian Barone, 18 anni, Samuele La Grassa, 20 anni, Elio Arnao, 20 anni, e il minorenne al momento dei fatti, anche se non a lungo, perché ha compiuto 18 anni pochi giorni dopo. È stato lui ad ammettere i fatti davanti al gip del tribunale dei minorenni di Palermo che inizialmente lo aveva scarcerato e trasferito in una comunità.

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