Suicida l’ex Psi torinese Coda Zabet, il “signore delle tessere”. Il corpo è stato ritrovato alla diga Pascolo

Suicida l’ex Psi torinese Coda Zabet, il “signore delle tessere”. Il corpo è stato ritrovato alla diga Pascolo
2 agosto 2017

E’ stato riconosciuto dai familiari il corpo senza vita di Francesco Coda Zabet, ex esponente di spicco del Psi torinese, scomparso da qualche giorno e ritrovato ieri pomeriggio all’altezza della diga Pascolo alla confluenza del Po con la Stura. Secondo i primi accertamenti si tratterebbe di suicidio. Coda Zabet era un personaggio politico molto conosciuto a Torino, anche se non ha mai avuto ruoli dirigenti nel partito. Aveva fatto la gavetta, cominciando come rappresentante di profumi per parrucchieri, fino a 45 anni. Aveva la fama di latin lover, ma non ha vizi: non beve e non è una buona forchetta. Punta però in alto. Al Psi era arrivato attraverso lo Psiup nel 1972, a 45 anni, appunto. Cresciuto nel quartiere San Donato, ne aveva fatto la sua roccaforte. Grande organizzatore di consenso, non ha mai cercato di dettare la linea.

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“Non ha mai fatto politica”, taglia corto un ex dirigente del Psi di quegli anni che osserva: “adesso nei partiti è molto peggio”. Era comunque uno degli uomini più influenti nel Psi degli anni ’80 in Piemonte su una sponda però lontana dall’allora plenipotenziario del Garofano Giusi La Ganga. Grazie anche al legame con Giuseppe Rolando e con Totò Salerno, diventa un vero ras delle tessere, e lui stesso si dice in grado di far eleggere una “pompa di benzina”, vale a dire chiunque. Il suo principale test è quello di Giuliano Amato, che aiuterà ad entrare in Parlamento nell’83, poi, malgrado qualche incomprensione, sosterrà ancora nella legislatura successiva. Nel frattempo la vita di Coda Zabet ha già svoltato, grazie all’ingresso nel consiglio della Crt e quindi nel mondo delle banche in cui resterà fino a qualche anno fa come presidente del Mediocredito, e nelle autostrade con il gruppo Gavio, oltre che negli ospedali. Entra nel mirino della magistratura proprio su quest’ultima sua sfera di interesse, una tangente in ambienti ospedalieri. Finisce in carcere, nel 1987, ma viene assolto. Nella prima metà degli anni ’90, sono gli anni di Tangentopoli, lascia il Psi. Tocca la sponda di An, poi quella dell’Udc. Qualche anno fa ha detto basta definitivamente alla politica.

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