Cultura e Spettacolo

“Suicidio assistito”, Alice e Ellen Kessler muoiono insieme a 89 anni: l’ultima danza insieme

Alice ed Ellen Kessler, le gemelle che hanno segnato la storia dello spettacolo europeo, sono morte oggi all’età di 89 anni nella loro casa di Grunwald, vicino a Monaco di Baviera. Le due sorelle avrebbero optato per il suicidio assistito, realizzando il loro desiderio di lasciare la vita insieme, nello stesso giorno.

La polizia bavarese è intervenuta intorno a mezzogiorno nell’abitazione delle due artiste su segnalazione, constatando il decesso e escludendo da subito la pista dell’omicidio. Gli agenti dell’unità specialistica K12, regolarmente inviati sul posto, hanno confermato la morte durante un primo esame dei corpi. La polizia criminale ha avviato un’indagine per accertare le cause del decesso, mentre le autorità tedesche non hanno rilasciato commenti ufficiali. Fonti giornalistiche accreditate, tra cui Bild e Spiegel, puntano verso la pista del “suicidio assistito”, pratica consentita in Germania a precise condizioni.

Il desiderio delle gemelle: un’ultima danza insieme

“Il nostro desiderio è andarcene insieme, lo stesso giorno. L’idea che a una delle due capiti prima è molto difficile da sopportare”. Lo avevano dichiarato pubblicamente il giorno del loro 88esimo compleanno, trasformando un sentimento privato in una testimonianza pubblica del loro legame indissolubile. Un sentimento che le ha accompagnate fino all’ultimo, insieme alla volontà testamentaria di essere sepolte in un’unica urna. “Noi abbiamo chiesto di essere cremate e seppellite con nostra madre Elsa e il nostro barboncino Yello”, aveva spiegato Ellen in una passata intervista al Corriere della Sera, auspicando una sepoltura comune che la severa normativa tedesca sulla cremazione potrebbe però rendere complessa.

Ventiquattro anni di successi in Italia

Il loro amore per l’Italia era ricambiato. A partire dal 1962, per 24 anni consecutive, le Kessler divennero fisse nei palinsesti televisivi italiani, iconiche soubrette di programmi cult come “Canzonissima”, “Studio 1” e “Giardino d’inverno”. Con brani indimenticabili come “Da-Da-Umpa” e “La notte è piccola per noi” e le loro coreografie perfette, divennero un vero e proprio fenomeno di costume. Il soprannome “gambe della nazione”, coniato nel 1959, le ha definite per sempre nell’immaginario collettivo, simbolo di un’eleganza impeccabile e di una sincronia fuori dal comune.

Dalla fuga dalla DDR alle luci del Lido di Parigi

La loro leggenda era iniziata lontano dai riflettori italiani. Nate a Nerchau, in Sassonia, il 20 agosto 1936, studiarono danza all’Opera di Lipsia. La fuga dalla Germania Est nel 1952, una scelta coraggiosa e determinante, aprì loro le porte dell’Europa occidentale. Il loro talento le portò rapidamente al celebre Lido di Parigi, dove si imposero come stelle internazionali. Il loro stile impeccabile e una presenza scenica inconfondibile affascinarono il pubblico francese e, presto, quello mondiale, gettando le basi per una carriera che avrebbe attraversato decenni.

Il quadro normativo in Germania

In Germania, il “suicidio assistito” è consentito a determinate condizioni rigorose. La persona deve “agire in modo autonomo e di propria spontanea volontà”, essere maggiorenne e avere piena capacità di intendere e volere. L’assistente, tuttavia, non può compiere personalmente l’“azione letale”, perché in quel caso si configurerebbe come “eutanasia attiva”, che rimane vietata dalla legge. Questo quadro giuridico, relativamente recente, è al centro di un dibattito etico molto acceso nel paese.

Un’eredità di eleganza e disciplina

Pur vivendo lontane dai riflettori negli ultimi anni, Alice ed Ellen Kessler sono rimaste figure amatissime e profondamente rispettate, esempio di una professionalità e di una disciplina fuori dal comune. Hanno costruito un’immagine di sofisticata classe mitteleuropea mescolata a un calore profondamente mediterraneo che l’Italia ha fatto proprio. Inseparabili sul palco e nella vita, hanno mantenuto intatto il loro status di icone, lasciando in eredità non solo canzoni e spettacoli, ma l’immagine di un legame simbiotico e totale, che ha trovato il suo estremo compimento nella scelta di un commiato condiviso.

Pubblicato da
Eleonora Fabbri