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Supercoppa, si torna alla finale unica? Simonelli rilancia: “Scelta del Consiglio di Lega”

Ezio Maria Simonelli, presidente della Serie A, annuncia la possibile fine dell’esperienza saudita della Supercoppa italiana e rilancia l’ipotesi di un ritorno alla formula tradizionale: finale unica tra campione d’Italia e vincitore della Coppa Italia. Il contratto con Riad prevede ancora un’edizione, ma i sauditi avrebbero già comunicato l’intenzione di rinunciarvi per concentrarsi sulla Coppa d’Asia 2027. Decisione definitiva, però, spetterà al Consiglio di Lega, che valuterà anche luogo e collocazione nel calendario. Nel frattempo, Simonelli replica alle critiche sul fallito Milan-Como a Perth, respinge accuse di superficialità e ribadisce l’impegno per sostenere la Nazionale in vista dei playoff mondiali.

La Supercoppa italiana potrebbe presto tornare alle origini. Dopo anni di sperimentazioni a Riad con formati allargati, semifinali doppie e polemiche sulla lontananza geografica, il presidente della Lega Serie A, Ezio Maria Simonelli, apre esplicitamente alla riproposizione della formula storica: una sola partita, tra chi ha vinto lo scudetto e chi si è aggiudicato la Coppa Italia. L’occasione è ghiotta: i sauditi, pur legati da contratto per un’ulteriore edizione, avrebbero già fatto sapere di volersi svincolare per dedicarsi all’organizzazione della Coppa d’Asia 2027. “Non abbiamo più il vincolo della doppia semifinale”, ha chiarito Simonelli a Radio Anch’io Sport. “Saremo liberi di scegliere luogo e formato”.

Verso il ritorno alla tradizione

Simonelli non nasconde la sua preferenza, ma tiene a sottolineare che non spetta a lui decidere in autonomia. “La mia idea è quella di tornare alla formula classica”, ha spiegato, aggiungendo che la data potrebbe tornare all’inizio della stagione, com’era un tempo, anziché a gennaio. “Ma sono scelte che riguardano il Consiglio di Lega, come del resto anche il luogo della finale”. L’opzione di giocare in Italia, magari in uno stadio iconico come San Siro o l’Olimpico, torna dunque prepotentemente in auge, dopo le polemiche sollevate da tifosi e opinionisti per le edizioni disputate in Arabia Saudita, spesso con pubblico claudicante e atmosfera artificiale.

Parallelamente, Simonelli è tornato sul fallimento dell’amichevole Milan-Como in programma a Perth. Dopo l’annullamento, il ministro dello Sport, Andrea Abodi, aveva parlato di “superficialità” da parte della Lega. Una critica che il presidente ha respinto con fermezza: “Non voglio entrare in polemica con il ministro, ma parlare di superficialità quando i nostri uffici erano da mesi in dialogo costante con Uefa e Fifa mi sembra ingeneroso. È strumentalizzare l’accaduto per dire al pubblico quel che vuole sentirsi dire”.

La polemica sull’amichevole australiana

Da tifoso, Simonelli riconosce che giocare a 13mila chilometri da casa era “anomalo e penalizzante per i supporter”, ma ribadisce che la scelta non era della Lega, bensì dei club coinvolti. “La Lega ha solo presentato una serie di proposte – ha precisato – e quella dell’Australia era di gran lunga la più vantaggiosa dal punto di vista economico”. Il vero problema, secondo lui, è arrivato dall’Asian Football Confederation (AFC), che avrebbe ostacolato l’iniziativa fin dall’inizio: “Secondo me, era volontà dell’AFC non far giocare questa gara. Non si voleva che l’Italia fosse la prima a rompere il tabù degli spostamenti intercontinentali per gare non ufficiali”.

Quanto alla possibilità di invertire le date – giocare a San Siro il 15 gennaio e spostare l’altra amichevole – Simonelli ha spiegato che “non è facile trovare incastri con le televisioni”. Ora, la partita si terrà a San Siro “nella prima data utile”, probabilmente a fine gennaio. “Dovremo aspettare il 31 gennaio, quando si decideranno i playoff di Champions League, per stabilire quando lo stadio sarà libero anche dall’Inter. Uno di quei mercoledì sarà piazzata la gara, il prima possibile”.

Impegno per la nazionale di gattuso

Oltre alle questioni di calendario, Simonelli ha confermato il sostegno della Serie A alla Nazionale di Rino Gattuso in vista dei playoff per i Mondiali 2026. “Da parte di tutti i club c’è la massima volontà di aiutare il ct. Spostare una giornata di campionato è molto difficile – ha ammesso – il calendario è serrato. Ma sullo stage, le società hanno dato disponibilità. Cercheremo di fare il possibile: Gattuso se lo merita”. L’auspicio è chiaro: “Che la Nazionale ci riporti finalmente al Mondiale e che si possa fare un Mondiale degno della nostra tradizione”.

Il presidente ha anche toccato altri dossier caldi del campionato. Sull’anticipo delle partite serali alle 20, ha ribadito la sua posizione favorevole, ma ha ammesso “forti resistenze” da parte delle emittenti televisive: “Sono loro che devono convincersi”. Sul pallone arancione, introdotto da Adidas, ha riconosciuto un errore: “Una scelta non felice. Abbiamo ricevuto tante proteste, anche da persone daltoniche che non riescono a vederlo bene. Abbiamo chiesto al fornitore di anticipare la fornitura di nuovi palloni, ma ci vorrà un po’ di tempo”.

Riforme in vista: il tavolo del 15 gennaio

Infine, Simonelli ha confermato che il dibattito sulla riduzione della Serie A a 18 squadre non è chiuso. “Non riguarda solo la Serie A, ma tutto il movimento calcistico professionistico”, ha precisato, annunciando un tavolo tecnico convocato dalla Figc per il 15 gennaio a Roma, con la partecipazione delle leghe. L’obiettivo è valutare una riforma organica dei campionati, con impatti su calendario, sostenibilità economica e qualità del gioco.

A margine, ha anche difeso Aurelio De Laurentiis dalle critiche per la sua posizione nella tribuna di Riad durante la semifinale di Supercoppa, immortalato seduto sui gradini anziché nel royal box. “Sbavature diplomatiche? No, assolutamente”, ha replicato Simonelli. “Era nel royal box, ma aveva lasciato il posto a sua figlia Valentina. Poi, da scaramantico, si è seduto sui gradini perché la semifinale era andata bene per il Napoli. Nessuno sgarbo, solo superstizione”.

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Redazione