Cronaca

Svolta post-Bergoglio, Leone XIV convoca a Roma 245 cardinali in un concistoro straordinario

Papa Leone XIV intende convocare un concistoro straordinario dei cardinali. In una breve comunicazione inviata ai cardinali il 6 novembre la Segreteria di Stato vaticana ha affermato che “Sua Santità Leone XIV ha in mente di convocare un Concistoro Straordinario per i giorni 7 e 8 gennaio 2026”. A rivelarlo è il quotidiano cattolico Usa National Catholic Register che riporta un passaggio della comunicazione ricevuta dai cardinali: “A tempo debito, il Decano del Collegio Cardinalizio invierà a Vostra Eminenza la relativa lettera con ulteriori dettagli”.

Per la prima volta dopo oltre un decennio tutti i membri del Collegio cardinalizio — 245 in totale, di cui 126 aventi diritto di voto e 119 ultraottantenni — sono stati convocati in Vaticano per un concistoro straordinario. La scelta evidenzia la volontà di far tornare la riunione plenaria al centro della vita istituzionale, senza procedere a nuove creazioni cardinalizie.

Distinzione tra i diversi tipi di concistoro

Il termine “concistoro” viene spesso associato alle nomine cardinalizie, ma ne esistono tipologie differenti: il concistoro ordinario, riservato alle pratiche curiali e alle canonizzazioni; l’ordinario pubblico, in cui il pontefice crea nuovi porporati; e il concistoro straordinario, convocato per temi eccezionali che richiedono la presenza dell’intero Sacro Collegio. Negli ultimi dodici anni il predecessore aveva abituato l’opinione pubblica a indizioni regolari per la creazione di nuove “berrette rosse”, finendo per rendere meno familiari le plenarie di confronto.

L’ultimo precedente e la memoria del 2014

L’ultimo concistoro straordinario con la partecipazione integrale dei cardinali risale al novembre 2014, quando il pontefice di allora convocò il Collegio per discutere questioni legate alla famiglia. Quell’adunanza fu caratterizzata da aspri confronti e lasciò il pontefice profondamente insoddisfatto, che successivamente decise di non ripetere quel tipo di plenaria. La recente scelta di riunire nuovamente l’assemblea generale si colloca quindi come una discontinuità rispetto a dodici anni di consuetudini differenziate.

L’isolamento emerso al momento della sede vacante

Alla morte del pontefice precedente, lo scorso aprile, le Congregazioni generali preparatorie al Conclave hanno mostrato con chiarezza una criticità: molti cardinali si conoscevano poco o nulla. Diversi partecipanti hanno dichiarato di non conoscere la provenienza e il curriculum di colleghi eletti in circostanze remote, lamentando di “brancolare nel buio” durante le discussioni che precedettero la scelta del nuovo successore. Queste frizioni e lacune informative hanno prodotto una richiesta estesa — non limitata a una sola area ideologica — per una maggiore collegialità e confronto regolare.

La linea di Leone XIV: pacificazione e confronto

Nei primi mesi dell’attività pontificia, Leone XIV ha mostrato un atteggiamento volto a ricomporre tensioni interne: ha concesso l’approvazione di documenti sostenuti da sensibilità progressiste e al contempo ha autorizzato modalità di culto care ai tradizionalisti, come la celebrazione in rito antico nella basilica maggiore. La convocazione dell’adunanza plenaria viene letta come un atto concreto per promuovere conoscenza reciproca, discutere orientamenti pastorali e stabilire compromessi che il pontefice intende personalmente guidare. L’incontro dovrebbe fornire anche strumenti pratici per migliorare i meccanismi informativi e decisionali del governo ecclesiale.

Pubblicato da
Maurizio Balistreri