Politica

Tensione nel governo sui migranti. Minniti diserta Cdm, sostegno Colle-Gentiloni

Sono dovuti intervenire sia il Colle che il presidente del Consiglio per provare a calmare Marco Minniti. Il ministro dell’Interno ieri ha disertato il consiglio dei ministri, dopo le polemiche sulla gestione dei migranti. Un gesto eclatante, che dà la misura di una situazione al limite della rottura e non a caso in serata sia dal Quirinale che da palazzo Chigi sono trapelate manifestazioni di sostegno al titolare degli Interni. E’ toccato prima al Colle dare la propria solidarietà a Minniti facendo trapelare il “grande apprezzamento del presidente della Repubblica per l’impegno spiegato in queste settimane dal ministro Minniti, particolarmente riguardo al governo del fenomeno migratorio”. Poco dopo lo stesso fa Paolo Gentiloni, affidando a fonti di palazzo Chigi il compito di far sapere che “grazie alla azione e al lavoro, in particolare del Viminale, i risultati sul fronte del contrasto del traffico di esseri umani dalla Libia e del fenomeno migratorio comincino ad arrivare. Frutto dell’impegno di tutto il governo e delle strutture che stanno dando attuazione al codice di condotta per le Ong, voluto dal ministro Minniti, assieme alla cooperazione con la Libia e al contributo della guardia costiera libica”.

In sostanza, Mattarella blinda la linea del governo sui migranti. In un passaggio delicato, per motivi di politica internazionale, nazionale e di sicurezza, le alte cariche istituzionali sostengono a spada tratta ‘ le scelte del titolare del Viminale, dopo che nelle ultime ore si erano rincorse voci, sia su scontri all’interno della compagine di governo, sia di un vero e proprio aut aut di Minniti sulla linea dell’esecutivo in caso di inversione di rotta sulle principali posizioni assunte nelle ultime settimane. Voci rinfocolate dall’assenza del ministro nella riunione del Consiglio dei ministri di questo pomeriggio. Prima il capo dello Stato e poi il presidente del Consiglio si sono quindi esposti per dare il loro appoggio a scelte che sono ovviamente condivise ai piu’ alti livelli. Il Quirinale, solitamente abituato a toni felpati, ha lodato l’impegno del ministro dell’Interno e, senza intervenire nella querelle che secondo alcuni vedeva Minniti in disaccordo con Delrio sulla chiusura dei porti ai migranti, ha sottolineato come la posizione sulle Ong sia stata condiva da larga parte del Parlamento e non sia dunque di un singolo ministro.

Gia’ nel pomeriggio il Pd e anche altri esponenti della maggioranza come Casini erano scesi in campo per ‘solidarizzare’ con il ministro degli Interni. “Noi siamo schierati con Minniti”, spiega un ‘big’ del Nazareno, a testimoniare che il segretario Renzi e’ d’accordo con l’approccio del Viminale sulla questione delle Ong. Il premier Gentiloni ha portato avanti un lavoro di mediazione sotto traccia già da domenica, convinto che – ha spiegato a chi gli ha parlato – occorra evitare scontri tra ministri. Minniti, spiegano fonti parlamentari, ritiene che serva una condivisione piena su questo tema. “Il rischio e’ che venga delegittimata una strategia costruita negli interessi del Paese”, e’ la spiegazione di chi, all’interno del governo e del Pd, ‘difende’ l’operato del ministro che non avrebbe gradito i distinguo di questi giorni e, sottolineano le stesse fonti, percio’ ipotizzato anche un passo indietro. Ma il ragionamento di chi, come Delrio, ritiene che occorra rispondere innanzitutto al diritto internazionale e agli obblighi di soccorso dei migranti, fa breccia nell’ala cattolica anche dei dem. Perche’ – ragiona chi perora l’aspetto umanitario del problema – bisogna fare la guerra agli scafisti, non alle Ong. Stessa linea da parte dell’ala di sinistra del partito, con Andrea Orlando che spiega come le Ong non possano essere il braccio del governo.

 

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