Migliaia di manifestanti pro-Palestina si sono scontrati con la polizia nel cuore della città, bloccando stazioni della metropolitana e incendiando cassonetti, in una giornata di proteste nazionali che ha travolto Roma, Torino e Genova, denunciando il sostegno italiano a Israele e chiedendo un embargo sulle armi. A Milano, epicentro della tensione, circa 12mila persone hanno invaso la zona Centrale durante la manifestazione a sostegno di Gaza.
I dimostranti, tentato di raggiungere la metropolitana dalle scale, sono stati respinti dai reparti mobili delle forze dell’ordine, scatenando contatti violenti. Vetri in frantumi, stazioni prese d’assalto e fiamme che divorano i rifiuti: un pomeriggio di caos che ha costretto le autorità a un intervento massiccio per contenere la folla. La premier Giorgia Meloni ha reagito con durezza su X, definendo i protagonisti “sedicenti pro-Pal, antifa e pacifisti” che devastano la città senza alcuna legittimità. “Violenze e distruzioni che nulla hanno a che vedere con la solidarietà”, ha scritto, esprimendo vicinanza alle forze dell’ordine “costrette a subire prepotenza e violenza gratuita”. Meloni ha invocato condanne chiare dagli organizzatori e dalle forze politiche, sottolineando i danni che ricadranno sui cittadini italiani.
A Roma, il caos ha assunto dimensioni epiche con un corteo di 30mila partecipanti partito alle 8 del mattino. Verso le 13.30, un gruppo ha invaso la Tangenziale Est all’altezza del cimitero del Verano, paralizzando il traffico e provocando l’ira di automobilisti intrappolati. Alcuni hanno suonato i clacson in solidarietà, altri hanno imprecato contro ore di stallo.
Il serpentone umano ha proseguito lungo via Tiburtina, tornando poi nel quartiere San Lorenzo per occupare la Facoltà di Lettere de La Sapienza al grido di “Free free Palestine”. Circa un centinaio di studenti ha guidato l’irruzione, annunciando: “Vogliamo occupare, resteremo qui in vista del Senato accademico di domani, fuori il sionismo dall’Università”. Le discussioni di tesi nelle aule non sono state interrotte, ma l’atmosfera resta elettrica. Lo slogan “Blocchiamo tutto” riecheggia nelle strade, con la protesta destinata a concludersi in serata dopo aver seminato disagi in tutta la capitale.
A Torino, in piazza Graf, l’aria si è riempita di fumo e note di “Bella Ciao” mentre attivisti pro-Palestina bruciavano le effigi della premier Giorgia Meloni e del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Un gesto simbolico che ha infiammato gli animi, in una manifestazione che ha visto anche oggetti lanciati contro la polizia.
La ministra per la Famiglia Eugenia Roccella ha condannato l’episodio con parole taglienti: “Qualche ora fa, dall’America, parole di commozione, perdono e dolore pacifico. Qui, foto e bandiere date alle fiamme, aggressioni agli agenti: evidente chi siano i seminatori d’odio”. Il suo intervento sottolinea il contrasto tra il lutto globale per Gaza e le derive violente in Italia. La protesta torinese, pur contenuta nei numeri, ha amplificato il messaggio di rabbia contro le politiche governative, trasformando una piazza in un palcoscenico di sfida.
Genova ha resistito alle piogge torrenziali e all’allerta arancione, con oltre cinquemila partecipanti – secondo gli organizzatori – che hanno bloccato i varchi portuali di via Albertazzi e San Benigno dalle 8 del mattino. Nell’ambito dello sciopero generale nazionale per Gaza e a sostegno della Global Sumud Flotilla proclamato da Usb, il corteo è partito con uno striscione: “Stop ai traffici di armi nei porti”.
Studenti e insegnanti si sono uniti con due cortei da via Balbi e piazza Montano alle 9.30, convergendo su San Benigno. Quello da via Balbi, aperto da “Blocchiamo tutto, con la Palestina, con la Flotilla e contro il sionismo”, ha radunato oltre mille persone. Un terzo gruppo di antagonisti e antifascisti da Oregina ha marciato verso gli stessi varchi.
Nel pomeriggio, alle 14.30, un corteo cittadino ha proseguito verso piazza De Ferrari, chiudendo il cerimoniale. Francesco Staccioli del direttivo Usb ha esultato: “Oggi 500mila persone in 65 città, porti bloccati, 90% del trasporto pubblico fermo, 50% delle ferrovie, scuole e università chiuse. Questo è solo l’inizio”.