Cronaca

Tentativo di sequestro e colpi di arma da fuoco, peschereccio mazarese nel mirino dei tunisini

Tentativo di sequestro e colpi di arma da fuoco ai danni di un peschereccio italiano. Ancora una volta, nel mirino delle imbarcazioni tunisine, c’è la marineria di Mazara del Vallo. Cinquanta anni di guerra del pesce su cui nessuno, finora, è stato in grado di scrivere la parola fine. Tanti governi, tante norme, ma soprattutto tante chiacchiere per un nulla di fatto. Sabato sera, infatti, un ennesimo equipaggio tunisino a bordo di una motovedetta ha sparato colpi d’arma da fuoco verso il natante siciliano “Aliseo”. Per fortuna nessuna vittima, nessun ferito. La motovedetta tunisina si trovava in acque internazionali, a circa 30-35 miglia Nord-Est da Zarzis, non distante dal confine con la Libia, come conferma lo stesso armatore mazarese. “Il nostro peschereccio, che a bordo ha 11 uomini di nazionalità mista – dice Manuel Giacalone – come dimostrano i tracciati del blue box si trovava in acque internazionali quando è stato preso d’assalto dalla motovedetta tunisina dalla quale sono stati sparati colpi di arma da fuoco. L’abbordaggio si è protratto per circa un’ora e per fortuna non ci sono stati feriti”. Oramai, i natanti sono muniti del sistema di controllo satellitare per la localizzazione delle navi da pesca, il blue box, per l’appunto. Un sistema che consente il monitoraggio dei pescherecci in termini di posizione, rotta e velocità, di archiviare e gestire le relative informazioni. In estrema sintesi, i movimenti di un’imbarcazione sono tutti tracciabili. Avvistato il pericolo, è stato lo stesso comandante dell’”Aliseo” a lanciare l’allarme. Tempestivi gli aiuti della Marina militare italiana che grazie a un elicottero ha consentito di sventare il tentativo di sequestro. Il capitano dell’”Aliseo”, Domenico Ingargiola, ha spiegato ai militari della Marina italiana, giunti poi con una motovedetta, cosa sarebbe avvenuto.

Il motopesca mazarese, nella serata di sabato, aveva segnalato all’unità della Marina Militare, impegnata nella Campagna d’istruzione dell’Accademia Navale di Livorno e in collaborazione con il dispositivo “Mare Sicuro”, l’avvicinamento di una motovedetta non identificata alla propria posizione. La Nave Luigi Durand de la Penne ha quindi attivato l’intervento di un suo elicottero ed iniziato l’avvicinamento alla posizione del motopesca. Contemporaneamente venivano avviate le comunicazioni con le autorità diplomatiche italiane a Tunisi e la Centrale operativa della Marina militare tunisina. Queste azioni, in pratica, hanno permesso di chiarire la situazione e come conseguenza la motovedetta tunisina si è allontanata dalla zona. Al termine dell’attività, la Nave Luigi Durand de la Penne ha ripreso l’attività di addestramento. Il motto della “Luigi Durand de la Penne” è: “Utique vince” (“Dovunque vince”) e, stando ai fatti, nessuno può smentire. In merito al nove, invece, è stato l’allora Capo di Stato Maggiore della Marina Militare che nel 1992 decise di intitolare l’Unità all’eroe della seconda guerra mondiale Luigi Durand de la Penne, scomparso il 17 gennaio dello stesso anno, diventando la prima Unità con questo nome. Il successo dell’operazione di soccorso, secondo la Marina Militare, “conferma l’efficacia del dispositivo navale nel Mediterraneo centrale quale strumento per la tutela degli interessi e delle attività produttive nazionali in piena collaborazione con le autorità dei Paesi rivieraschi”.

In merito all’operazione ‘Mare Sicuro’, questa è nata due anni fa a seguito dell’aggravarsi della crisi libica. Il dispositivo, in pratica, consente, tra le altre cose, l’intervento in sicurezza dei mezzi impegnati in eventi di ricerca e soccorso. Mentre, come nel caso specifico, su richiesta del Comando della Capitanerei di Porto, le unità della Marina militare possono essere chiamate anche a svolgere attività di soccorso. Intanto, a Mazara, tra le famiglie dei pescatori regna sempre la paura. “Fino a quando si continuerà ad abusare della nostra pazienza? – tuona il sindaco di Mazara del Vallo Nicola Cristaldi -. Non se ne può più di sequestri o tentativi di sequestri che vengono perpetrati a danno dei nostri pescatori che sono chiamati a stare sempre più attenti e vigili in un Mediterraneo sempre più martoriato”. Il primo cittadino mazarese è n fiume in piena. “Fino a quando si continuerà ad abusare della nostra pazienza? – sbotta Cristaldi -. Non se ne può più di sequestri o tentativi di sequestri che vengono perpetrati a danno dei nostri pescatori che sono chiamati a stare sempre più attenti e vigili in un Mediterraneo sempre più martoriato”. E lancia un appello: “In considerazione della gravità della situazione nel Mediterraneo diventa urgente una strategia per assicurare lavoro e benessere alle comunità nel corso dei prossimi decenni”.

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