Politica

Terremoto Lega: Zaia minaccia di “diventare un problema” dopo i tre no di Roma

Luca Zaia

Una deflagrazione a pochi giorni dal voto. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, lancia un ultimatum al centrodestra, denunciando la messa al bando della sua persona e del suo consenso dalla campagna elettorale per le prossime regionali. L’uscita, durissima, arriva mentre il candidato ufficiale della coalizione, Alberto Stefani, si appresta a scendere in campo. E mentre dalla Lombardia arriva la voce di un altro governatore leghista, Attilio Fontana, che plaude alla statura di Zaia ma con cautela.

La frattura nel Carroccio

“Trovo strano”, ha affermato Zaia con tono tagliente, “che un governatore uscente con oltre il 70% di consensi – dati i vostri sondaggi – si ritrovi, prima, ad avere negata la candidatura, poi, una lista civica che porterebbe voti al centrodestra e, infine, persino la possibilità di mettere il proprio nome sul simbolo”. Dopo aver elencato i tre “no” ricevuti, il presidente della Regione Veneto ha lanciato il suo monito: “Ne prendo atto: se sono un problema, vedrò di crearlo veramente questo problema”. Una minaccia politica velata ma chiara, che rischia di lacerare ulteriormente il fronte di centrodestra alla vigilia di una competizione cruciale.

Il sostegno cauto di Fontana

Sull’altro fronte, da Milano, il governatore lombardo Attilio Fontana interviene per cercare di smussare gli angoli, ma senza sconfessare le ragioni del collega. “Credo che Zaia sia fondamentale, in Veneto, ma non solo”, ha dichiarato Fontana a margine di un evento. “Ha dimostrato di essere un grande presidente di regione e un uomo politico di notevole spessore. Il partito ha bisogno di persone come lui”. Un endorsement che, però, non si traduce in una presa di posizione netta a favore della linea dura di Zaia, ma che ne riconosce il peso e l’indiscutibile appeal.

Il modello tedesco sul tavolo

Proprio da Zaia era arrivata nei giorni scorsi la proposta di un “doppio partito” sul modello dell’unione CDU-CSU tedesca, per dare maggiore autonomia e rappresentanza ai territori all’interno della Lega. Un’ipotesi che Fontana non boccia, ma affronta con pragmatismo. “È una cosa sulla quale si può discutere”, ha affermato. “L’importante è che rimangano le nostre prerogative. Poi sulla strutturazione si valuterà. L’essenziale è che ogni territorio trovi nella Lega la propria tutela”. Parole che lasciano intravedere un dibattito interno ancora tutto aperto, destinato a proseguire ben oltre l’esito delle elezioni venete.

Pubblicato da
Enzo Marino