Sport

I tifosi scaricano Balotelli: “Arrogante”. Cellino: “La squadra lo aiuti”

Non si placano le polemiche su Mario Balotelli. A quasi una settimana dai fatti di Verona-Brescia a prendere le distanze dall’attaccante sono proprio i suoi tifosi, quelli del Brescia. Attraverso un comunicato ufficiale, il gruppo Brescia 1911 ha preso le difese della Curva del Verona, rimarcando i comportamenti non sempre edificanti di `Balo`: “Sebbene nessuno di noi conosca personalmente Mario Balotelli, dobbiamo ammettere di avere avuto delle opinioni discordanti (rispetto a chi lo definisce una vittima sacrificale) e poco lusinghiere sul suo conto fin da prima che indossasse la nostra Maglia”. I suoi tifosi in divere piazze “prima l`hanno accolto a braccia aperte, e poi l`hanno sconfessato per il suo atteggiamento (e non certo per il colore della pelle), a volte infantile, spesso indisponente”.

I tifosi del Brescia parlano di “arroganza” che “sembra trasparire di continuo dalla sua persona” e “non è giustificabile, in particolar modo quando la porta in campo e diventa motivo di destabilizzazione per la squadra”. “Detto questo, siamo estremamente convinti che Balotelli a tutti gli effetti sia italiano, e – per quanto ci riguarda – perfino bresciano (sebbene abbia sempre ostentato la sua passione per il Milan), ma lui deve convincersi di una cosa: proprio perché gioca nel Brescia da bresciano, la sua dedizione alla causa e il suo impegno devono essere pari – o addirittura superiori – a quelli dei suoi compagni”. Infine, sui cori del ‘Bentegodi’: “Certi cori siano legittimi e accettabili, ma nemmeno che i tifosi gialloblù siano tutti razzisti, e che la Curva del Verona sia una sorta di covo del KKK, come qualcuno vorrebbe far credere (questo lo dimostra anche il fatto che a provocare “seriamente” Balotelli siano stati pochissimi tifosi, fra l`altro “slegati” dai cori del resto della Curva)”.

Per il presidente del club delle Rondinelle, Balotelli “è un giocatore come gli altri che quindi può scendere in campo, andare in panchina o anche in tribuna. Professionalmente è esemplare, in questo momento però non è lui che deve aiutare la squadra, ma viceversa. E ci salveremo con il gruppo dell`anno scorso”. Massimo Cellino parla alla vigilia di Brescia-Torino, primo match dopo il cambio di allenatore voluto dal numero uno del Brescia, con Eugenio Corini che è stato sostituito da Fabio Grosso. “La classifica era importante per Corini, non per me – continua Cellino – Ad un certo punto non si è più sentito tranquillo,ma l`ho fatto diventare insicuro io. Grosso? L`ho chiamato che ero a Londra e in tre ore mi ha raggiunto. Mi ha fatto un`impressione eccezionale, è un allenatore in crescita che si deve completare e lo riconosce”.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it
Condividi
Pubblicato da