TikTok salvato dal baratro: Trump strappa un accordo con la Cina tra dazi e spionaggio
In un colpo di scena che scongiura il bando dell’app amata dai giovani, gli USA impongono un controllo americano sul social ma le ombre della sicurezza nazionale e le scintille commerciali con Pechino minacciano una nuova guerra fredda tecnologica.
Xi Jinping e Donald Trump
Gli Stati Uniti hanno siglato un accordo quadro con la Cina per risolvere la saga di TikTok, trasferendo il controllo dell’app di proprietà cinese a mani americane e scongiurando un bando imminente. L’annuncio, giunto lunedì, rappresenta un colpo di teatro nella diplomazia tecnologica tra le due superpotenze, con il presidente Donald Trump che esulta sui social per aver “salvato” la piattaforma adorata dai giovani.
In un post su Truth Social, Trump ha evitato di nominare direttamente TikTok, ma il messaggio era cristallino: “Abbiamo raggiunto un’intesa con una certa compagnia che i giovani nel nostro Paese volevano molto salvare. Saranno molto felici!”. Il leader repubblicano ha anticipato un colloquio telefonico con il presidente cinese Xi Jinping previsto per venerdì, alimentando speculazioni su un possibile disgelo nelle relazioni bilaterali.
Il segretario al Tesoro Scott Bessent, fresco di colloqui a Madrid con il vicepremier cinese He Lifeng, ha confermato i dettagli ai giornalisti. “Abbiamo un quadro di intesa per TikTok”, ha dichiarato, specificando che l’app passerà “a una proprietà controllata dagli Stati Uniti”. Bessent ha sottolineato che si tratta di un affare tra privati, con termini commerciali già definiti, anche se non ha rivelato i nomi degli acquirenti coinvolti.
TikTok, con i suoi quasi due miliardi di utenti globali, è di proprietà di ByteDance, colosso tech con sede a Pechino. La piattaforma è finita nel mirino di Washington per timori di sicurezza nazionale, inclusi rischi di accesso ai dati degli utenti da parte del governo cinese. Una legge federale, approvata durante la precedente amministrazione, imponeva la vendita o il divieto dell’app entro il 20 gennaio, data dell’inaugurazione di Trump.
Ma il tycoon, che durante la campagna elettorale del 2024 ha sfruttato TikTok per raggiungere i giovani elettori, ha invertito la rotta. A giugno, ha concesso una proroga di 90 giorni per trovare un acquirente non cinese, scadenza che incombe mercoledì. La mossa ha evitato un blackout che avrebbe colpito milioni di creator e utenti negli USA, ma non ha dissipato tutti i dubbi.
Critiche e dubbi sulla sicurezza
Sarah Kreps, esperta del Tech Policy Institute della Cornell University, ha lanciato un monito: “Restano irrisolti interrogativi sulla sicurezza nazionale, in particolare per la protezione dei dati e degli algoritmi”. Analisti temono che, senza garanzie ferree, ByteDance possa mantenere un’influenza occulta, esponendo gli utenti a rischi di sorveglianza.
I colloqui di Madrid non si sono limitati a TikTok. Al centro del vertice, la più ampia disputa commerciale tra USA e Cina, con Trump che minaccia dazi punitivi su vasta scala. Le tensioni, esplose all’inizio dell’anno con tariffe a tre cifre, erano state mitigate da una tregua temporanea: Washington ha ridotto i dazi al 30% sulle importazioni cinesi, mentre Pechino ha risposto con un 10% sui prodotti americani.
Tuttavia, accuse reciproche persistono. Gli USA rimproverano alla Cina di non onorare l’intesa, ritardando le autorizzazioni all’export di terre rare – materiali cruciali per auto, elettronica e difesa. Pechino, dal canto suo, nega e contrattacca sul fronte tech.
Escalation nel settore dei semiconduttori
Nel weekend, la Cina ha annunciato due indagini sui semiconduttori statunitensi: una per dumping su chip integrati e un’altra per presunte discriminazioni contro aziende cinesi. Lunedì, Pechino ha rivelato violazioni antitrust da parte di Nvidia, promettendo ulteriori scrutini. La competizione nei chip, pilastro della supremazia tecnologica, è al calor bianco.
La scorsa settimana, diplomatici e vertici della difesa dei due Paesi hanno tenuto telefonate consecutive, che secondo gli esperti potrebbero preparare il terreno per un summit Trump-Xi. Mentre la tregua commerciale scade a novembre, l’accordo su TikTok potrebbe essere un ponte fragile verso la stabilità, o solo una pausa in una guerra economica senza fine.
In questo scacchiere globale, l’equilibrio tra innovazione e sicurezza resta precario, con miliardi di utenti e trilioni di dollari in gioco.
