Un violento corteo di manifestanti pro-Palestina ha paralizzato ieri l’accesso all’aeroporto di Caselle, costringendo passeggeri e famiglie a percorrere a piedi l’ultimo tratto di strada, mentre la tensione è esplosa in duri scontri con le Forze dell’Ordine. Da Torino è arrivata la ferma condanna del ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, che parla di “guerra allo Stato” e chiede una netta presa di distanza da ogni forma di violenza.
In una nota diffusa nelle ore successive agli incidenti, il rappresentante di Forza Italia in Piemonte ha usato parole durissime nei confronti dei manifestanti, accusati di mascherare un disegno eversivo dietro slogan pacifisti. “Non è libertà di manifestare: è eversione e guerra allo Stato, che nulla ha a che vedere con il conflitto in Medio Oriente”, ha dichiarato.
Secondo Zangrillo, le scene viste lungo la strada per Caselle rappresentano “un inno all’odio e alla guerra civile” e hanno costretto le famiglie a vivere uno “spettacolo orrendo e triste”. L’esponente azzurro ha ricordato come episodi analoghi si siano già ripetuti in passato, denunciando il rischio che simili azioni finiscano per minare la sicurezza urbana e alimentare tensioni sociali.
Il ministro non ha risparmiato critiche nemmeno alle opposizioni, accusando una parte della sinistra di “silenzio complice” davanti a episodi che considera pericolosi per la tenuta democratica. Da qui, l’appello a ritrovare “la serenità del confronto democratico” riportando il dibattito politico “dentro le regole”.
La contrapposizione tra ordine pubblico e diritto a manifestare resta però un nodo aperto. Se da un lato le autorità rivendicano l’obbligo di tutelare la sicurezza dei cittadini, dall’altro i movimenti che hanno organizzato il blocco continuano a presentarsi come espressione di contrarietà alla guerra e di solidarietà al popolo palestinese.
Nella parte conclusiva del suo intervento, Zangrillo ha rivolto parole di sostegno agli agenti impegnati negli scontri e alle loro famiglie: “Solidarietà alle donne e agli uomini in divisa, costretti a fronteggiare aggressioni e prepotenze da chi trasforma le piazze in campi di battaglia”.
Infine, il ministro ha ribadito la necessità di “dire basta” a episodi di violenza politica, ammonendo che simili derive resteranno “sempre causa di un male permanente” nel tessuto sociale del Paese.