Dopo oltre due anni di angoscia nazionale, Israele accoglie questa notte il ritorno di 20 ostaggi ancora in vita, sequestrati da Hamas il 7 ottobre 2023, grazie a un accordo di scambio che prevede il rilascio di centinaia di detenuti palestinesi.
L’operazione, annunciata dal governo Netanyahu, inizia dalla mezzanotte alla Piazza degli Ostaggi, con la Croce Rossa come mediatrice, segnando l’inizio di una tregua duratura a Gaza e un passo verso la pace, celebrato anche dal presidente americano Donald Trump in arrivo nel Paese.
La portavoce del governo israeliano, Shosh Bedrosian, ha confermato che i 20 ostaggi saranno liberati in un’unica soluzione su sei-otto veicoli, trasferiti nelle zone di Gaza controllate da Israele e poi alla base di Re’im, nel sud del Paese, per il ricongiungimento con le famiglie. L’operazione si svolgerà in tre punti della Striscia, con la Croce Rossa a supervisionare il passaggio.
Il premier Benyamin Netanyahu ha definito l’evento “l’inizio del percorso di guarigione”, enfatizzando come i “figli torneranno alla loro terra” per un cammino di ricostruzione e unione. La Piazza degli Ostaggi a Tel Aviv, gremita di migliaia di persone, seguirà il processo in diretta con proiezioni continue, come annunciato dal Forum delle Famiglie, che ha invitato il pubblico a condividere questi “momenti storici e profondamente commoventi”.
Donald Trump, imbarcandosi sull’Air Force One diretto in Israele e poi in Egitto, ha espresso entusiasmo per il suo coinvolgimento: “È un onore essere parte di questo evento speciale. Tutti applaudono contemporaneamente, cosa mai accaduta prima”. Rispondendo a domande sulla situazione a Gaza, il presidente ha dichiarato: “La guerra è finita. Penso che il cessate il fuoco reggerà”.
Trump incontrerà di persona i sopravvissuti del pogrom del 7 ottobre e terrà un intervento alla Knesset, dove si attende un’accoglienza da eroe. Il vicepresidente J.D. Vance ha aggiunto che la prima fase dell’accordo di pace è “un grande giorno per il mondo intero”, con Trump pronto a salutare gli ostaggi liberati.
In parallelo, Israele procederà al rilascio di 250 ergastolani palestinesi condannati per attentati e omicidi, più circa 1.700 incarcerati dal 7 ottobre 2023, tra cui 22 minorenni non coinvolti nell’attacco di Hamas. Le trattative, mediate dal Qatar, restano tese su sette prigionieri di alto profilo richiesti da Hamas, come Marwan Barghouti.
Un’incognita persiste sui corpi degli ostaggi deceduti: Israele sperava di recuperarli tutti e 28 in un’unica soluzione, ma l’accordo limita la consegna entro mezzanotte di lunedì a quelli rintracciati da Hamas. Media qatarini ipotizzano un trasferimento serale per i corpi ritrovati, mentre forze internazionali aiuteranno a localizzare i restanti nei tunnel o tra le macerie, nell’ambito del piano di pace.
Il terzo giorno di tregua a Gaza ha visto, per la prima volta da marzo, un massiccio afflusso di aiuti umanitari. Da Rafah sono partiti 90 convogli su 400, trasportando 9.000 tonnellate di cibo, medicinali, carburante e generi di conforto – la più grande spedizione egiziana mai registrata. L’Onu parla di “veri progressi”, con immagini di lunghe code di tir al confine in attesa delle ispezioni dell’Idf.
Tuttavia, la disperazione resta palpabile: decine di persone hanno assalito un mezzo umanitario a Khan Younis in cerca di rifornimenti. I valichi di Karm Abu Salem e Al-Ouja sono ora operativi, aprendo la strada a un flusso continuo che potrebbe alleviare la crisi umanitaria nella Striscia.