Cronaca

Truffa su diamanti, a Vasco Rossi sono stati proposti da Banco Bpm

Sarebbe stato Banco Bpm a proporre a Vasco Rossi l’acquisto di diamanti e la rockstar avrebbe pagato con tre bonifici il 20 luglio 2009, il 22 marzo 2010 e il 14 ottobre 2011, rispettivamente 1,043 milioni di euro, 520mila euro e poco piu’ di un milione. I preziosi sarebbero stati acquistati attraverso la societa’ Idb. E’ quanto emerge dagli atti dell’inchiesta della Procura di Milano che ieri ha portato la Gdf ad un sequestro preventivo, anche a carico di 5 banche, da oltre 700 milioni per una presunta truffa sui diamanti.

Oltre a Banco Bpm, nell’inchiesta figurano Unicredit, Intesa SanPaolo, Mps e Banca Aletti. L’indagine, diretta dal pm Grazia Colacicco e dal procuratore aggiunto Riccardo Targetti, ha portato i militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria dell Guardia di Finanza a eseguire un sequestro preventivo di oltre 700 milioni di euro. I cinque istituti di credito sono coinvolti ai sensi della legge 231 sulla responsabilità amministrativa di società per reati commessi da propri dipendenti. Il decreto di sequestro preventivo, firmato dal gip di Milano Natalia Imarisio, e’ stato eseguito nell’ambito di un’inchiesta aperta da tempo e che riguarda fatti tra il 2012 e il 2016. Il sequestro e’ stato eseguito a carico di 7 persone indagate e di 7 enti indagati, ossia le 5 banche e le due societa’ Intermarket Diamond Business spa (IDB) e Diamond Private Investment spa (DPI), per le ipotesi di reato di truffa aggravata e autoriciclaggio. Nell’inchiesta, che vede quasi una settantina di indagati in totale, e’ contestato anche il reato di corruzione tra privati. Secondo l’accusa, le due societa’ avrebbero fatto comprare diamanti a investitori e risparmiatori gonfiando ai loro occhi il valore dei preziosi, attraverso anche false quotazioni sui giornali, e le banche indagate sarebbero state consapevoli del meccanismo.

Per gli inquirenti gli istituti di credito avrebbero avuto un ruolo fondamentale di intermediazione tra le societa’ e i clienti. In totale gli investigatori hanno ricostruito le posizioni di un centinaio di clienti truffati. In particolare, il sequestro per l’ipotesi di truffa e’ di 149 milioni nei confronti di IDB, di 165 milioni a carico di DPI, di 83,8 milioni a carico di Banco Bpm e di Banca Aletti, di 32 milioni nei confronti di Unicredit, di 11 milioni a carico di Intesa Sanpaolo e di 35,5 milioni a carico di Mps. Per l’ipotesi di autoriciclaggio il sequestro e’ da 179 milioni per IDB e di 88 milioni per DPI. Tra i clienti vip che sarebbero stati raggirati nelle vendite di diamanti, su cui indaga la procura di Milano, oltre a Vasco Rossi, come detto, figurano Diana Bracco, la conduttrice tv Federica Panicucci e la ex showgirl Simona Tagli. In particolare, Simona Tagli avrebbe fatto un investimento da circa 29mila euro e Federica Panicucci da circa 54mila euro. Gli investigatori hanno ricostruito le posizioni di circa un centinaio di persone truffate, ma i raggiri sarebbero stati compiuti nei confronti di tanti altri soggetti.

ASSOCIAZIONI CONSUMATORI

”I sequestri per 700 milioni disposti ieri dalla Procura di Milano nell’ambito delle indagini per truffa, riciclaggio ed altro costituiscono l’ultimo evento riguardante la nota vicenda dei diamanti venduti tramite il canale bancario. E così lo scorso 15 gennaio, dopo dilatori e inconsistenti ‘tavoli di conciliazione’ che non hanno portato a nulla se non a far guadagnare tempo alle banche”. Lo sottolinea Anna D’Antuono, avvocato e consulente Aduc. ”Ostinarsi nella decisione di non rimborsare i clienti a questo punto non avrà solo un costo in termini di credibilità, ma potrebbe portare ad un esborso maggiore”, conclude Anna D’Antuono.

“L’avevamo detto. E’ una frase sempre spiacevole da dire e sgradevole da ascoltare. Stigmatizza generalmente eventi negativi che avrebbero potuto essere evitati”. Così Federpreziosi-Confcommercio ha commentato la truffa sui diamanti da investimento. “E’ stato necessario – spiegano – il pesante intervento di ieri da parte della Guardia di Finanza di Milano su mandato della Procura meneghina per dare finalmente il via a seri interventi nei confronti degli operatori e delle aziende coinvolti nella truffa dei diamanti da investimento, interventi che, siamo certi, porteranno in maniera definitiva e in tempi brevi a positive soluzioni per le migliaia di risparmiatori tra cui anche nomi noti che danno ancora maggiore risalto alla notizia, i quali, malgrado gli interventi delle Associazioni e delle istituzioni preposte ai controlli, vedevano minacciata la possibilità di recuperare il denaro investito in diamanti agli sportelli bancari”. I gioiellieri “lo avevano detto. Perché, se è vero che l’allerta venne data in maniera eclatante dall’inchiesta Report del 17 ottobre 2016, è stato nel settembre di quell’anno che Federpreziosi Confcommercio ha nuovamente portato all’attenzione dei mass media anche della Consob, dopo averlo già fatto nel 2011 a seguito dei ripetuti interventi sui mass media sul tema, e degli organismi di vigilanza una problematica che rischiava di avere pesanti conseguenze per gli operatori e per il pubblico”.

”Dopo ben 8 anni di lotta, finalmente sono stati ascoltati i nostri appelli e le nostre denunce e viene premiata la tenacia e l’onesta” che come Federcontribuenti abbiamo messo a disposizione dei consumatori truffati da questa vera e propria rapina. Ben venga dunque l’operazione della Guardia di Finanza di Milano che ha sequestro preventivo di ben 700 milioni a carico di cinque banche e due societa’ di intermediazione che oramai avevano il monopolio sulla pelle degli investitori”. Cosi’ il Presidente di Federcontribuenti Marco Paccagnella plaude all’ operazione della Gdf sulla truffa dei diamanti. Federcontribuenti spiega come il business dei diamanti nasce con l’esigenza di nascondere al fisco ingenti patrimoni in un vero bene rifugio. ”Il commercio e soprattutto l’andamento dei prezzi – spiega Paccagnella – non ha nascosto la speculazione a cui e’ giunto oggi: sono stati analizzati i corsi dei diamanti da un carato e si passa dai 29.800 euro del 2002 ai 50mila del 2017 – per la stessa pietra di stesso colore, purezza, taglio e naturalmente peso. Solo a seguito di numerose nostre denunce e di una inchiesta di Report la Consob si e’ finalmente mossa in collaborazione con Bankitalia e Antitrust; mentre la Procura di Milano indaga per truffa. I prezzi al commercio applicati in banca gonfiati anche perche’ comprensivi della commissione fino al 20% previsto alla banca. Si aggiunga l’Iva (22%) a carico del risparmiatore ed ecco che l’investimento iniziale, per il solo impatto di imposte e commissioni di vendita, e’ gia’ tagliato del 40%. Informazioni tenute ben nascoste al consumatore e correntista”.

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