Politica

Trump accetta nomination repubblicana: Biden demolirà American Dream

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha accettato formalmente la candidatura del Partito Repubblicano per un secondo mandato alla Casa Bianca presentandosi come un baluardo contro Joe Biden, definito il “becchino” della grandezza americana, un personaggio destinato a “demolire” l`American Dream se risultasse vincitore alle urne a novembre. “Queste elezioni decideranno se salveremo il sogno americano”, ha detto il presidente, “o se permetteremo a un’agenda socialista di demolire il nostro amato destino”. Poi ha aggiunto: “Il vostro voto deciderà se proteggeremo gli americani rispettosi della legge o se daremo libero sfogo a violenti anarchici, agitatori e criminali che minacciano i nostri cittadini”.

Poi l`affondo: “Allora stasera, vi pongo una domanda molto semplice: come può il Partito Democratico chiedere di guidare il nostro Paese quando passa così tanto tempo a demolire il nostro Paese? Nella visione retrograda della sinistra, non vedono l’America come la nazione più libera, giusta ed eccezionale sulla terra. Vedono invece una nazione malvagia che deve essere punita per i suoi peccati”. A meno di 70 giorni dalle elezioni, Trump ha chiuso la convention repubblicana evidenziando la “debolezza” del suo avversario, riassumendo il suo bilancio in una serie di “tradimenti” ed “errori grossolani”, e presentandolo come una sorta burattino di la “sinistra radicale”. “Ha trascorso tutta la sua carriera dalla parte sbagliata della storia”, ha detto alludendo all’ex vice presidente di Barack Obama, eletto per la prima volta al Senato quasi mezzo secolo fa. “Nessuno sarà al sicuro nell’America di Biden”, ha aggiunto il miliardario repubblicano in un contesto di crisi sovrapposte – sanitarie, economiche, sociali – e tensioni razziali che rendono davvero imprevedibile l’esito delle elezioni del 3 novembre.

In un discorso combattivo, ma non così cupo come quello pronunciato quattro anni fa, Trump ha diffusamente elogiato la sua azione di fronte al Covid-19 e ha previsto l’imminente fine della pandemia. “Produrremo un vaccino entro la fine dell’anno, e forse anche prima!”, ha spiegando lasciando intendere la possibilità di un grande annuncio prima delle elezioni presidenziali dove `correrà` per un secondo mandato di quattro anni. “Sconfiggeremo il virus, porremo fine alla pandemia ed emergeremo più forti che mai”, ha detto il 45esimo presidente degli Stati Uniti, molto criticato per le sue esitazioni e perplessità di fronte alla pandemia che da tempo ha promesso che sarebbe scomparsa per “miracolo”. Gli americani non apprezzano il modo in cui Trump sta gestendo questa crisi sanitaria senza precedenti, che ha provocato più di 180mila vittime negli Stati Uniti. Secondo la media dei sondaggi esaminati dal sito FiveThirtyEight, il 58,2 per cento della popolazione disapprova la sua risposta alla pandemia (il 38,7 per cento, invece, la approva).

Largamente indietro nei sondaggi nazionali, visto che risulta sconfitto in diversi stati chiave (swing states), Donald Trump ha ribadito che i sondaggi d’opinione non riflettono lo stato d’animo dell’America e si è detto convinto che ci saranno sorprese, come nel 2016. “Mi attaccano perché lotto per voi”, ha aggiunto, ergendosi a difensore di un’America disprezzata da Washington. Scenario senza precedenti, e per molto tempo inimmaginabile, i giardini della Casa Bianca sono stati trasformati in una scenario da comizio politico. File di sedie bianche erano state allestite per accogliere circa 1.000 ospiti davanti a due maxi schermi con i nomi Trump e Pence e lo slogan “Make America Great Again!” (Rendere di nuovo grande l`America) è brillato tutta la notte. Nessun distanziamento sociale, pochi ospiti che indossavano la mascherina: tutto è stato fatto durante questa solenne celebrazione repubblicana per rafforzare l’idea, contro il consenso scientifico, che la pandemia sia già in larga parte un ricordo del passato. La scelta dell`edificio simbolo del Paese per un discorso squisitamente politico, al servizio di un unico partito, ha suscitato clamore e ha fatto storcere più di qualche naso. Ma Trump ha messo da parte senza indugiare le questioni etiche: “È un posto dove mi sento bene, è un posto dove il Paese si sente bene”.

Si è anche assurto a difensore della “legge e dell’ordine”. “Se il Partito Democratico vuole schierarsi con anarchici, agitatori, rivoltosi, saccheggiatori e quanti bruciano le bandiere, questo è un loro problema, ma come presidente, io mi rifiuto”, ha incalzato. Da diversi giorni la cittadina di Kenosha, nel Wisconsin, è teatro di manifestazioni e violenze innescate dal ferimento di un giovane afroamericano, Jacob Blake, da parte della polizia. Il candidato democratico Joe Biden aveva preventivamente denunciato quello che considera un cinico sfruttamento di eventi tragici da parte del presidente in carica. “Lo vede attraverso il prisma dei benefici politici che può trarne”, ha detto su Msnbc. “Spera in più violenza, non in meno. Getta benzina sul fuoco”.

In prima serata, alcune centinaia di manifestanti del movimento “Black Lives Matter” si sono radunate davanti alla Casa Bianca per gridare la loro rabbia e chiedere che Trump se ne vada. Questa nuova mobilitazione contro la violenza e il razzismo della polizia solleva questioni delicate per Joe Biden. Dovrà trovare il tono giusto, in un contesto di pressioni contraddittorie dalla destra e dalla sinistra all’interno del suo stesso partito. Pur condannando le “violenze inutili”, ha anche espresso la sua solidarietà ai manifestanti e ha denunciato ancora una volta il “razzismo generalizzato” che mina la società americana.

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