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Trump alla Russia: 50 giorni o dazi. Kiev spinge per i colloqui con Mosca ma la Nato denuncia hacker russi

L’Ucraina ha formalmente proposto alla Russia di riprendere i colloqui la prossima settimana, in una mossa che arriva a pochi giorni dall’ultimatum economico lanciato da Donald Trump. Il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato che Rustem Umerov, segretario del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale, ha avanzato la proposta per un incontro tra il 21 e il 27 luglio.

Bisogna aumentare le dinamiche negoziali ha dichiarato Zelensky nel suo consueto discorso serale. Una necessità che sembra trovare eco anche al Cremlino, dove si è concordato sulla necessità di “maggiore dinamicità” nel processo negoziale.

L’ultimatum di Trump cambia le carte in tavola

Il 14 luglio, Trump ha alzato drasticamente la posta: “dazi molto severi” alla Russia se non si raggiunge un accordo di pace entro 50 giorni. Una minaccia arrivata nel giorno del bilaterale con il segretario generale NATO Mark Rutte, segnale di una strategia coordinata tra Washington e l’Alleanza Atlantica.

L’amministrazione americana sembra determinata a trasformare la pressione economica in leva diplomatica, mentre Kiev cerca di capitalizzare questa finestra di opportunità. “Dobbiamo fare tutto il possibile per raggiungere un cessate il fuoco”ha sottolineato Zelensky, elencando le priorità: scambio di prigionieri, ritorno dei bambini deportati e fine delle uccisioni.

Istanbul, il precedente che alimenta speranze

L’ultimo round di colloqui diretti risale al 2 giugno a Istanbul: poco più di un’ora di conversazione che aveva però prodotto accordi concreti. Ucraina e Russia avevano concordato lo scambio di tutti i prigionieri di guerra feriti e malati, oltre al personale militare tra i 18 e i 25 anni. Un protocollo che prevedeva anche lo scambio di 6.000 salme di soldati caduti.

Il 27 giugno, Putin si era dichiarato pronto per un terzo round a Istanbul, pur definendo “assolutamente opposti” i memorandum delle due parti. Una contraddizione che riflette la complessità delle posizioni in campo, ma che non ha chiuso la porta al dialogo.

La cyberguerra nell’ombra dei negoziati

Sullo sfondo delle manovre diplomatiche, la NATO ha lanciato un nuovo allarme sulle “attività informatiche malevole” del GRU russo contro diversi alleati. Estonia, Francia, Regno Unito e Stati Uniti hanno ufficialmente attribuito ai servizi segreti militari russi una serie di cyberattacchi che “costituiscono una minaccia per la sicurezza degli Alleati”.

“Queste attività dimostrano il disprezzo della Russia per il quadro delle Nazioni Unite” ha dichiarato il Consiglio Nord Atlantico, promettendo risposte “nel momento e nei modi che riterremo opportuni”. Un’escalation digitale che complica ulteriormente lo scenario negoziale.

Il nodo della legittimità

Resta aperto il capitolo più delicato: Putin si è detto disponibile a incontrare Zelensky, ma ha nuovamente messo in dubbio la sua legittimità presidenziale. Una provocazione che Kiev dovrà gestire con equilibrio per non far deragliare il processo.

Umerov ha chiarito che ulteriori contatti con la parte russa avrebbero senso solo se finalizzati a preparare un incontro tra leader. Una condizione che trasforma i prossimi giorni in un banco di prova cruciale per entrambe le diplomazie.

La partita si gioca ora su più fronti: la pressione economica americana, le minacce cibernetiche russe e la volontà ucraina di accelerare i tempi. Settimana prossima potrebbe segnare una svolta o l’ennesimo stallo in una guerra che ha già ridisegnato gli equilibri globali.

Pubblicato da
Maurizio Balistreri