Trump e Clinton scaldano i motori. Al via le prime schermaglie in televisione

Trump e Clinton scaldano i motori. Al via le prime schermaglie in televisione
8 settembre 2016

clinton-trumpNella notte gli elettori americani, e gli osservatori internazionali, hanno avuto un assaggio dei tre dibattiti che a partire dal 26 settembre vedranno sfidarsi Hillary Clinton e Donald Trump. La candidata democratica e quello repubblicano si sono confrontati – apparendo in momenti separati – in un forum in cui ognuno a modo suo avrebbe dovuto dimostrare perché è la persona ideale per diventare il prossimo Commander in chief. Invece, all’appuntamento organizzato da Nbc News all’Intrepid Sea, Air & Space Museum di New York, l’ex segretario di Stato ha trascorso un terzo del tempo a lei dedicato per difendersi da un caso, quello dell’emailgate, che ancora offusca la sua campagna nonostante la Giustizia Usa abbia deciso di non incriminarla. Trump ha invece faticato a spiegare il suo piano segreto per sconfiggere lo Stato Islamico. L’una vantandosi della sua esperienza di lunga data, l’altro criticando i risultati compiuti dall’avversaria e dal presidente Barack Obama, sia Clinton sia Trump si sono ritrovati presto sulla difensiva. Davanti a loro c’era un pubblico composto da ex personale militare e reduci di guerra, un bacino elettorale tradizionalmente repubblicano e cruciale per vincere Stati come la Virginia. Clinton è stata subito messa sotto pressione dalla scelta di avere usato, quando era a capo della diplomazia americana, server e email privati. “Ho molta esperienza nel gestire materiale top secret”, si è difesa dicendo che nessuna della posta elettronica spedita o ricevuta aveva all’epoca come titolo le parole top secret, secret o confidenziale.

Ma la prima donna ad essersi aggiudicata la nomination di un grande partito ha dovuto anche spiegare perché ha votato a favore dell’invasione dell’Iraq, cosa su cui lei ha attaccato Trump.
“Credo che la decisione di andare in guerra in Iraq sia stata un errore”, ha commentato promettendo che i soldati americani non metteranno “mai più” piede nella nazione irachena. E se riuscisse a diventare presidente, non aggiungerebbe inoltre soldati sul campo in Siria. “E’ imperativo imparare dagli errori; dobbiamo imparare cosa ci ha trascinati in basso in modo tale che non succeda più”, ha detto Clinton attaccando Trump: “Io mi prendo la responsabilità della mia decisione. Lui si rifiuta di farlo per il suo sostegno” all’invasione. Trump ha infatti continuato a ripetere che lui la guerra in Iraq non l’ha mai sostenuta (ma nel 2002 disse una cosa diversa) passando subito a criticare la politica estera di Obama. Le sue parole sono arrivate poche ore dopo un discorso in cui ha promesso di investire ancora di più nell’esercito americano. Se il moderatore Matt Lauer non lo ha messo con le spalle al muro sulla sua vera posizione in merito all’invasione irachena, non ha fatto altrettanto parlando di Isis. Il suo presunto piano segreto resta tale perché “non voglio pubblicizzarlo”. Se lo facesse manderebbe in fumo una “occasione notevole di vincere” che dice di avere.

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