Donald Trump
Washington e Bruxelles si preparano al braccio di ferro. Trump rilancia il sostegno militare all’Ucraina ma scarica i costi sull’Europa, mentre l’UE prepara contromisure da 70 miliardi contro i dazi americani.
Donald Trump ha alzato il tiro. Cinquanta giorni di ultimatum alla Russia, sistemi Patriot per l’Ucraina pagati dall’Europa, e un crescente disincanto verso Vladimir Putin. La Casa Bianca ridefinisce la strategia ucraina mentre Bruxelles si prepara alla guerra commerciale più aspra del decennio.
La mossa più clamorosa riguarda i sistemi di difesa antiaerea Patriot. “Glieli manderemo, i Patriot di cui hanno disperatamente bisogno”, ha affermato Trump, specificando che il costo graverà interamente sugli alleati Nato. “Non ho ancora deciso il numero, ma li avranno perché hanno bisogno di protezione”.
Il meccanismo è innovativo: Washington fornisce “equipaggiamenti militari molto sofisticati” all’Ucraina, ma l’Europa “ce li pagherà al 100%”. Una formula che ribalta la tradizionale divisione degli oneri atlantici e che potrebbe ridefinire l’intera architettura della sicurezza occidentale.
Il disappunto presidenziale verso il Cremlino è palpabile. “Putin ha davvero sorpreso molte persone. Parla gentilmente e poi bombarda tutti la sera”, ha dichiarato Trump, visibilmente contrariato. Una valutazione che contrasta nettamente con i toni concilianti dei primi mesi di mandato.
Secondo fonti di Axios, Trump ha rivelato a Emmanuel Macron che Putin “vuole prendersi tutto”, riferendosi a una nuova offensiva russa nell’Ucraina orientale pianificata per i prossimi 60 giorni. L’intelligence americana indica che Mosca punta a raggiungere i confini amministrativi delle regioni sotto controllo russo.
Dall’altra parte dell’Atlantico, l’Unione Europea non resta a guardare. Il commissario al Commercio Maros Sefcovic negozia contro il tempo per evitare i dazi del 30% annunciati da Trump, ma prepara anche le contromisure.
“Siamo pronti a reagire se necessario”, ha dichiarato il ministro degli Esteri danese Lars Løkke Rasmussen, presidente di turno UE. “Nessuna opzione sarà scartata e siamo pronti a sostituire il mercato statunitense rafforzando i commerci interni e con gli altri partner mondiali”.
I numeri giustificano l’ottimismo europeo: gli Usa rappresentano solo il 13% degli scambi Ue. Bruxelles punta a potenziare il restante 87% attraverso accordi con Mercosur, Messico e Indonesia – già firmato nel weekend. Nel mirino anche partnership strategiche con i Paesi del Golfo e, sorprendentemente, con la Cina.
La partita si gioca su più tavoli. Trump ha annunciato “una dichiarazione importante sulla Russia” per lunedì, mentre i negoziati commerciali Ue-Usa proseguono fino all’1 agosto. Due scadenze che potrebbero ridefinire tanto la geopolitica quanto l’economia globale.