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Trump minaccia Mosca: 50 giorni o tariffe devastanti. E l’Ue si prepara alla guerra commerciale

 Washington e Bruxelles si preparano al braccio di ferro. Trump rilancia il sostegno militare all’Ucraina ma scarica i costi sull’Europa, mentre l’UE prepara contromisure da 70 miliardi contro i dazi americani.

Donald Trump ha alzato il tiro. Cinquanta giorni di ultimatum alla Russia, sistemi Patriot per l’Ucraina pagati dall’Europa, e un crescente disincanto verso Vladimir Putin. La Casa Bianca ridefinisce la strategia ucraina mentre Bruxelles si prepara alla guerra commerciale più aspra del decennio.

“Sono scontento con la Russia, imporremo severe tariffe se non avremo un accordo entro 50 giorni” ha dichiarato il Presidente incontrando il segretario generale NATO Mark Rutte nello Studio Ovale. Parole che segnano una svolta nell’approccio trumpiano al conflitto ucraino.

L’accordo Patriot: armi Usa, soldi europei

La mossa più clamorosa riguarda i sistemi di difesa antiaerea Patriot. “Glieli manderemo, i Patriot di cui hanno disperatamente bisogno”, ha affermato Trump, specificando che il costo graverà interamente sugli alleati Nato. “Non ho ancora deciso il numero, ma li avranno perché hanno bisogno di protezione”.

Il meccanismo è innovativo: Washington fornisce “equipaggiamenti militari molto sofisticati” all’Ucraina, ma l’Europa “ce li pagherà al 100%”. Una formula che ribalta la tradizionale divisione degli oneri atlantici e che potrebbe ridefinire l’intera architettura della sicurezza occidentale.

Putin “bombarda tutti la sera”

Il disappunto presidenziale verso il Cremlino è palpabile. “Putin ha davvero sorpreso molte persone. Parla gentilmente e poi bombarda tutti la sera”, ha dichiarato Trump, visibilmente contrariato. Una valutazione che contrasta nettamente con i toni concilianti dei primi mesi di mandato.

Secondo fonti di Axios, Trump ha rivelato a Emmanuel Macron che Putin “vuole prendersi tutto”, riferendosi a una nuova offensiva russa nell’Ucraina orientale pianificata per i prossimi 60 giorni. L’intelligence americana indica che Mosca punta a raggiungere i confini amministrativi delle regioni sotto controllo russo.

Bruxelles prepara la risposta

Dall’altra parte dell’Atlantico, l’Unione Europea non resta a guardare. Il commissario al Commercio Maros Sefcovic negozia contro il tempo per evitare i dazi del 30% annunciati da Trump, ma prepara anche le contromisure.

“Il 30% è un livello inaccettabile e proibitivo: senza accordo dovremo trovare delle misure di riequilibrio” ha avvertito il commissario slovacco. Il secondo blocco di contro-dazi europei vale circa 70 miliardi di euro, mentre il primo pacchetto da 20 miliardi resta sospeso fino al primo agosto.

La strategia della diversificazione

“Siamo pronti a reagire se necessario”, ha dichiarato il ministro degli Esteri danese Lars Løkke Rasmussen, presidente di turno UE. “Nessuna opzione sarà scartata e siamo pronti a sostituire il mercato statunitense rafforzando i commerci interni e con gli altri partner mondiali”.

I numeri giustificano l’ottimismo europeo: gli Usa rappresentano solo il 13% degli scambi Ue. Bruxelles punta a potenziare il restante 87% attraverso accordi con Mercosur, Messico e Indonesia – già firmato nel weekend. Nel mirino anche partnership strategiche con i Paesi del Golfo e, sorprendentemente, con la Cina.

“Pechino rimane un concorrente economico e un rivale sistemico, ma è anche un partner con cui dobbiamo mantenere un rapporto stabile” ha commentato Rasmussen. Il vertice Ue-Cina di fine luglio sarà decisivo per definire i nuovi equilibri commerciali globali.

Il futuro delle alleanze

La partita si gioca su più tavoli. Trump ha annunciato “una dichiarazione importante sulla Russia” per lunedì, mentre i negoziati commerciali Ue-Usa proseguono fino all’1 agosto. Due scadenze che potrebbero ridefinire tanto la geopolitica quanto l’economia globale.

L’interrogativo resta aperto: riuscirà l’Occidente a mantenere la coesione di fronte alle sfide russe e cinesi, o assisteremo a una frammentazione dell’alleanza atlantica proprio quando la stabilità internazionale ne avrebbe più bisogno?
Pubblicato da
Giuseppe Novelli