Politica

Turchia avverte: “Usa vanno assolutamente invitati” ad Astana. Russia per ora tace

Il Cremlino “per ora” tace su un eventuale invito agli Stati Uniti per i negoziati di pace ad Astana che si dovrebbero tenere fra dieci giorni. Sinora era abbastanza chiaro che Washington sarebbe stata esclusa dalla intermediazione, dopo la recente tregua nel Paese devastato dalla guerra. E tuttavia il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha detto che la Turchia e la Russia hanno concordato che Washington “deve essere assolutamente invitata” ai colloqui sul futuro politico del Paese devastato dalla guerra, che si terrà nella capitale del Kazakistan il 23 gennaio, salvo rinvii di una settimana di cui si vocifera da parte dell’opposizione siriana.

MOSCA NICCHIA Alla richiesta di commentare la dichiarazione turca, però, il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha dichiarato: “Per ora non posso dire nulla su questo argomento. Naturalmente, siamo tutti interessati alla più ampia rappresentanza possibile delle parti in relazione alle prospettive di una soluzione politica in Siria. Ma rispondere specificamente alla domanda, non posso”, ha detto Peskov ha detto ai giornalisti. Per il 23 gennaio il cambio della guardia alla Casa Bianca sarà già avvenuto. E Donald Trump avrà già sostituito il presidente Usa uscente Barack Obama. I negoziati per la Siria si terranno a fine gennaio nella capitale kazaka, sotto l’egida di Mosca e Ankara, sponsor di un cessate-il-fuoco entrato in vigore il 30 dicembre su tutto il territorio siriano, ma che non riguarda i gruppi jihadisti come l’Isis e l’ex fronte al Nusra. Ai negoziati parteciperà certamente l’Iran e, nei dichiarati auspici del Cremlino, anche altre “potenze regionali” come l’Egitto. Oltre ovviamente a rappresentanti dell’opposizione e del governo di Bashar al Assad. Mentre l’Ovest è apparso sinora escluso.

LA PIRAMIDE Ancora a dicembre, il presidente russo Vladimir Putin ha detto che era d’accordo con il leader turco Recep Tayyip Erdogan per continuare il processo di negoziati di pace ad Astana. Secondo lui, la nuova piattaforma è in grado di integrare i colloqui di Ginevra. Il presidente del Kazakistan, Nursultan Nazarbayev, durante una conversazione telefonica con Putin ed Erdogan ha sostenuto questa iniziativa e ha annunciato la sua disponibilità a fornire una piattaforma per tali colloqui nella capitale kazaka. Astana rappresenta anche una scelta interessante dal punto di vista degli equilibri all’interno dell’ex spazio sovietico, poiché Nazarbayev arebbe voluto che nella “sua” capitale si tenessero i negoziati di pace per l’Ucraina, che invece poi ebbero luogo a Minsk, in Bielorussia (da cui “accordi di Minsk”). Ora invece la città santuario, costruita quasi da zero da Nazarbayev, potrebbe accogliere i negoziati più centrali del Medio Oriente, magari nella sua piramide nota come il “Palazzo della Pace e della Riconciliazione”, ideata e progettata dall’architetto inglese Sir Norman Foster.

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