Turisti via dalla Tunisia dopo la strage a Sousse

Oltre ai 38 turisti massacrati sulla spiaggia di Sousse, l’attacco di ieri, rivendicato dallo Stato Islamico, ha fatto un’altra vittima, il turismo. Migliaia infatti sono gli stranieri che oggi stanno lasciando la Tunisia, a bordo di bus organizzati in tutta fretta verso l’aeroporto di Enfidha, tra Tunisi e Sousse. La maggior parte delle vittime dell’attacco sulla spiaggia o a bordo piscina dell’hotel Riu Imperial Marhaba, a Port El Kantaoui, vicino Sousse (140 km a sud di Tunisi), sono britannici; fra quelle già identificate vi sono un belga, un tedesco, un tedesco, una irlandese e una portoghese. Il crollo del turismo in Tunisia, voce fondamentale nell’economia del Paese nordafricano, era iniziato già nel 2011 con la primavera araba; poi l’attentato di marzo contro il museo Bardo di Tunisi con 22 morti, di cui 21 stranieri, aveva dato un ulteriore, durissimo colpo al settore.

La fuga dagli alberghi, iniziata ieri sera, è continuata oggi per tutta la giornata. Le partenze dei voli si susseguono al ritmo di una ogni venti minuti in media. Per il tour operator belga Jetair, entro stasera saranno circa 2.000 i cittadini belgi rimpatriati. Il tour operator britannico Thomson aveva annunciato stamattina l’invio di 10 aerei per riportare a casa circa 2.500 turisti britannici. Il presunto autore della strage, è stato identificato dalla polizia come Seifeddine Rezgui, un tunisino nato nel 1992 e studente a Kairouan (centre). Sconosciuto alla polizia, avrebbe agito da solo. Ha cercato di colpire unicamente i turisti, secondo diverse testimonianze.

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