Ucraina, dopo le accuse di corruzione la “purga” di Zelensky

Ucraina, dopo le accuse di corruzione la “purga” di Zelensky
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky
24 gennaio 2023

Dopo lo scandalo delle presunte tangenti sulle forniture all’esercito, il governo ucraino ha avviato una “purga” delle alte sfere costato l’incarico a diversi viceministri e governatori. Un terremoto politico definito una risposta alla “richiesta fondamentale dell’opinione pubblica di una giustizia uguale per tutti”, come ha dichiarato il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak: “Le decisioni del presidente Zelensky testimoniano quali siano le priorità dello Stato”, ha concluso Podolyak. 

La prima testa a rotolare è stata quella del consigliere presidenziale Kyrylo Tymoshenko, ufficialmente su sua stessa richiesta; successivamente è toccato al viceprocuratore generale, Oleksiy Symonenko, e a due viceministri dello Sviluppo dei territori, Vyacheslav Negoda e Ivan Lukerya. Le dimissioni più rilevanti sono tuttavia quelle del viceministro della Difesa, il quale ha spiegato di aver abbandonato la carica a causa delle “accuse dei media” di corruzione ritenute “infondate”; Shapolavov era infatti incaricato di sovrintendere alle forniture di equipaggiamento e alimentari destinate alle truppe ucraine.

La caduta del viceministro è costato il posto anche a cinque governatori regionali ritenuti vicini a Soapolavov: si tratta di Valentyn Reznichenko (Dnipropetrovsk), Oleksandra Starukha (Zaporizhzhia), Oleksiy Kuleba (Kyiv), Dymtro Zhivytskyi (Sumy) e Yaroslav Yanushevich (Kherson). Lo scandalo era scoppiato sabato scorso con l’arresto del viceministro delle Infrastrutture, Vasyl Lozynskiy, sotto inchiesta dal settembre scorso e accusato di aver acquistato derrate alimentari per le forze armate a un prezzo doppio o triplo rispetto a quelli di mercato. Lo scorso sabato il ministero della Difesa ucraino era stato costretto a smentire di aver firmato contratti a prezzi gonfiati per prodotti alimentari destinati ai soldati e aveva liquidato un’inchiesta giornalistica in proposito come “manipolata”: secondo la denuncia, il ministero acquista prodotti per i militari “due o tre volte più costosi” di quelli che possono essere acquistati nei negozi al dettaglio a Kiev.

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L’inchiesta in particolare riguarda un accordo concluso dal ministero della Difesa per i servizi di ristorazione nel 2023 destinati alle unità militari di stanza nelle regioni di Zhytomyr, Kiev, Poltava, Sumy, Cherkasy e Chernihiv. L’importo della transazione è di 13,16 miliardi di grivna (ovvero più+ di 350 milioni di dollari). La corruzione in Ucraina è un male endemico tanto che il Paese, nella classifica annuale di Transparency International figura al 122esimo posto (su 180 Paesi), non molto meglio della Russia. E rappresenta uno dei punti centrali nelle riforme nel percorso di adesione all’Ue. Lo scandalo rischia tuttavia di travolgere anche il titolare della Difesa, Oleksiy Reznikov, uno dei volti più noti della politica ucraina e uno dei simboli della resistenza contro l’invasione russa. Anche se non ha firmato il contratto di forniture alimentari all’esercito il Ministro – che ha più volte dichiarato pubblicamente la necessità di una “tolleranza zero” nei confronti della corruzione – viene considerato come il responsabile ultimo politico della decisione; Reznikov ha peraltro difeso la bontà del contratto, definendo le accuse rivolte al suo Ministero come “una campagna di fango”.

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