Ucraina punta su coalizione per gli F-16, ma Paesi Nato indugiano

Ucraina punta su coalizione per gli F-16, ma Paesi Nato indugiano
18 maggio 2023

Volodymyr Zelensky ha parlato di progressi nel processo di persuasione dell’Occidente alla fornitura all’Ucraina di jet da combattimento, in particolare gli F-16 costruiti negli Stati Uniti e utilizzati da diverse Paesi membri della Nato. Un ottimismo da suffragare dai fatti, visto che la richiesta di Kiev fatica a far breccia al di là delle dichiarazioni di intenti e la crescente disponibilità a fornire aiuti militari nell’imminenza dell’annunciata controffensiva ucraina. Questa settimana, durante un tour delle capitali europee, il presidente ucraino ha incassato l’impegno del primo ministro britannico Rishi Sunak e del premier olandese Mark Rutte a contribuire alla creazione di una “coalizione di jet”, anche se entrambi i capi di governo non hanno detto che invieranno i caccia.

“Vogliamo creare questa coalizione di jet e sono molto ottimista al riguardo…Penso che a breve ascolterete alcune decisioni, credo molto importanti, ma dobbiamo lavorarci ancora un po’”, ha detto Zelensky due giorni fa a Londra. I governi occidentali sono riluttanti di fronte a ulteriori passi, che rischiano di sguarnire eccessivamente la loro difesa nazionale. Hanno inoltre evitato di inviare attrezzature in grado di colpire in profondità il territorio russo e fornire a Mosca un motivo per intensificare la guerra. L’Ucraina chiede gli F-16, che secondo Kiev sono “quattro o cinque volte” più efficaci degli aerei di epoca sovietica di cui dispone attualmente. Washington ha però escluso l’invio per il momento di questi aerei all’Ucraina. Qualsiasi coalizione di donatori di F-16, assemblati da Lockheed-Martin, dipenderebbe con ogni probabilità dal sostegno degli Stati Uniti, di gran lunga il più grande operatore di questi aerei.

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Ad oggi non sono ancora stati donati aerei di progettazione occidentale: il problema è anche la possibilità che finiscano in mano della Russia, che sarebbe contenta di potere accedere ai segreti delle tecnologie di punta militari di altri Paesi, degli Usa in primis. Polonia e Slovacchia hanno consegnato ventisette MiG-29 per integrare l’attuale flotta ucraina. La Polonia ha fornito all’Ucraina quattordici MiG-29 e ha dichiarato che ne fornirà degli altri. Il presidente polacco Andrzej Duda ha però ribadito ieri che la Polonia ha troppi pochi jet F-16 a disposizione per poterne dare all’Ucraina. La Slovacchia ha donato all’Ucraina tredici Mig-29 in vari stati di aeronavigabilità. Due settimane fa, il 4 maggio, Rutte ha dichiarato che i Paesi Bassi erano al lavoro con gli alleati – tra i quali Gran Bretagna, Belgio e Danimarca – per raggiungere una conclusione sull’invio di jet in Ucraina. I Paesi Bassi hanno ventiquattro F-16 operativi fino alla metà del 2024, quando saranno sostituiti dagli F-35. Ha inoltre diciotto F-16 non operativi, dodici dei quali sono stati venduti.

La Gran Bretagna non invierà caccia all’Ucraina, ha dichiarato un portavoce di Sunak, perché non possiede gli F-16 richiesti dall’Ucraina. In precedenza, Londra aveva sostenuto che il tempo necessario per addestrare i piloti e i consistenti equipaggi di supporto necessari per l’invio dei suoi jet Eurofighter Typhoon significava che sarebbero stati di scarsa utilità immediata, ma Sunak ha dichiarato che la Gran Bretagna è disposta a sostenere qualsiasi Paese disposto a inviare i jet. Il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, ha indicato oggi che il Paese non ha né la capacità di addestramento né l’equipaggiamento adatto per contribuire attivamente all’iniziativa di aiutare l’Ucraina a procurarsi i caccia.

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La Danimarca ha dichiarato a febbraio di essere “aperta” all’idea di inviare aerei da combattimento all’Ucraina: al momento la Danimarca ha circa trenta F-16 in servizio. Un’alternativa all’F-16 potrebbe essere il caccia JAS Gripen, prodotto dal costruttore svedese di difesa Saab (SAABb.ST), considerato un’alternativa più economica all’F-16. Il velivolo è gestito dalla Svezia e dall’Ucraina. L’aereo è utilizzato dalla Svezia e da una manciata di altri Paesi, come il Sudafrica e il Brasile. La Svezia ha ripetutamente affermato che non ci sono piani per l’invio di Gripen in Ucraina e che il Paese scandinavo, che ha chiesto di entrare nella Nato, ha bisogno del suo inventario esistente. La Repubblica Ceca utilizza Gripen a noleggio, mentre la Slovacchia è in attesa di ricevere F-16 e attualmente si affida agli alleati per coprire il proprio spazio aereo.

Il presidente ceco Petr Pavel ha accennato al fatto che la Repubblica Ceca potrebbe cedere alcuni dei suoi L-159 leggeri e subsonici, ma al momento si tratta solo di un’ipotesi. Responsabili statunitensi hanno stimato in diciotto mesi l’arco temporale più rapido per l’addestramento e la fornitura degli F-16. Due giorni fa, il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che la Francia è disponibile ad addestrare subito i piloti ucraini nel Paese. Parigi non dispone di F-16, ma solo di aerei da guerra Rafale di fabbricazione francese e di jet Mirage 2000 della generazione precedente.

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Londra ha accettato di partire con l’addestramento dei piloti in primavera e ha detto che valuterà se abbreviare le sessioni per i piloti ucraini esperti. “Non si tratta di regalare sistemi di armamento. Si tratta di regalare una piattaforma. Se qualcuno segue la Formula Uno, non basta regalare una macchina, bisogna regalare un team ai box”, ha sottolineato il ministro della Difesa britannico Ben Wallace. È probabile che alcuni modelli di aerei da combattimento si rivelino più adatti di altri. Justin Bronk, del think tank Rusi, ha affermato che i Typhoon e gli F-16 avrebbero bisogno di operare da piste lisce e basi centralizzate, mentre gli aerei Gripen svedesi potrebbero volare ad altitudini inferiori ed essere assistiti da piste più corte e accidentate.

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