Politica

Ultimi scampoli di legislatura, Gentiloni a fine anno al Quirinale

Oggi le comunicazioni sul Consiglio Ue, domani a Parigi per un vertice con Emmanuel Macron e Angela Merkel, poi a Bruxelles, sabato a Reggio Emilia per una iniziativa del Pd. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni si appresta a concludere l’anno passato al governo (è entrato in carica il 12 dicembre 2016) al lavoro ma senza fuochi d’artificio, come nel suo stile. Oggi il presidente del Consiglio è intervenuto al Senato e alla Camera per le comunicazioni in vista del Consiglio Ue del 14 e 15 e, come di consueto, in queste occasioni, è stato a pranzo al Quirinale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Con il quale “ha parlato solo di Europa”, garantisce il suo entourage. Nessun accenno, dunque, al percorso “ordinato” che Gentiloni ha in mente per la conclusione della legislatura. Ma l’iter di massima pare già fissato, con il premier che il 28 terrà la consueta conferenza stampa di fine anno e poi “a cavallo” del 31 salirà al Colle per dare il via alla fase finale della legislatura. Ancora, secondo quanto si apprende, non è stato deciso se Gentiloni andrà al Quirinale prima del 31 o subito dopo, ma del resto “cambia poco”. D’altronde, portata a casa la legge di Bilancio e (forse) il biotestamento, per Gentiloni la missione è conclusa dopo un anno passato “sull’ottovolante”, come ha detto in un colloquio con ‘La Stampa’. Il premier, nel bilancio di questi 12 mesi, è soddisfatto di lasciare “un’Italia più stabile” che “ha superato la sua crisi più grave e che non deve disperdere gli sforzi fatti in comune”.

Stile ancora una volta molto diverso da quello del suo predecessore, che sarà confermato anche nella conferenza stampa di fine anno, che si annuncia molto istituzionale e senza slide e grancasse. L'”orgoglio” però il premier lo tira fuori quando rivendica i risultati dell’accordo con la Libia, la “testa alta” con cui tornerà ancora una volta a chiedere all’Europa di farsi carico della questione. Sugli altri temi europei – a partire dal pacchetto della Commissione sulle questioni economiche – i negoziati saranno conclusi solo dopo le elezioni italiane, e tuttavia Gentiloni non rinuncia a indicare la strada da seguire. Assicurando che in ogni caso “l’Italia non va verso un periodo di instabilità, perché le sue scelte fondamentali, a partire da quelle europee, resteranno: c’è continuità nelle posizioni dei governi del nostro Paese”. Una continuità che, non è un mistero, da più parti è impersonificata dallo stesso Gentiloni, per gestire la fase elettorale, ma magari non solo. askanews

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