ULTIM’ORA – “Richiesta ufficiale di esclusione”: dramma a Eurovision 2025 | Lettera ufficiale all’organizzazione

Eurovision 2025 - (video) - IlFogliettone.it

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Non c’è pace per la manifestazione internazionale di musica, un altro scandalo si è abbattuto a poche settimane dall’inizio.

A pochi giorni dall’inizio dell’Eurovision Song Contest 2025, previsto per maggio, la radiotelevisione pubblica spagnola RTVE ha compiuto un passo ufficiale verso la possibilità di escludere Israele dalla competizione. In una lettera indirizzata al direttore generale dell’European Broadcasting Union (EBU), Noel Curran, il presidente di RTVE José Pablo López ha chiesto l’apertura di un dibattito interno riguardante la partecipazione della televisione pubblica israeliana KAN.

Nel comunicato rilasciato da RTVE, si sottolinea l’impegno della Spagna nei confronti dell’Eurovision, ma anche l’urgenza di affrontare le preoccupazioni sollevate da diverse componenti della società civile, soprattutto in relazione alla situazione umanitaria a Gaza. La richiesta non rappresenta ancora una presa di posizione definitiva, ma intende stimolare un confronto interno all’EBU per valutare il ruolo e l’idoneità della KAN all’interno dell’organizzazione.

Durante un’audizione parlamentare, José Pablo López ha fatto riferimento a un ulteriore elemento critico: la crescente privatizzazione della KAN, sostenuta dal governo israeliano guidato da Benjamin Netanyahu. Secondo López, tale processo potrebbe compromettere i criteri fondamentali dell’EBU, che richiede ai suoi membri una chiara indipendenza editoriale, il rispetto della libertà di stampa e il pluralismo informativo. Una televisione di Stato troppo vicina al potere politico rischia di infrangere queste condizioni.

Nel corso della stessa audizione, è intervenuto anche Francisco Sierra, esponente del partito di sinistra Sumar. Sierra ha espresso in maniera ancora più decisa la propria contrarietà alla partecipazione israeliana, citando il conflitto in corso tra Israele e Palestina. Ha inoltre criticato la scelta di portare in gara una sopravvissuta all’attacco di Hamas del 7 ottobre, definendola un tentativo di propaganda emotiva e politica da parte dello Stato israeliano.

Il precedente della Slovenia

La Spagna non è il primo Paese ad alzare la voce contro la presenza israeliana all’Eurovision. La Slovenia aveva già espresso dubbi sulla compatibilità della partecipazione israeliana con i valori del concorso. Tuttavia, mentre la richiesta slovena aveva avuto un impatto contenuto, quella spagnola potrebbe avere un peso molto più rilevante, considerato che la Spagna fa parte dei cosiddetti “Big Five”, ovvero i cinque principali finanziatori dell’evento.

Se la Spagna dovesse effettivamente formalizzare una richiesta di esclusione, si aprirebbe un fronte molto delicato per l’EBU, chiamata a gestire un equilibrio sempre più difficile tra arte, politica e diplomazia. Una mossa così significativa da parte di un membro centrale come RTVE metterebbe sotto pressione anche altri Paesi, potenzialmente spingendoli a prendere posizione.

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Eurovision 2025 – (video) – IlFogliettone.it

Eurovision e politica: un confine sottile

L’Eurovision si è sempre presentato come un evento apolitico, volto a promuovere la diversità culturale e l’unità europea attraverso la musica. Tuttavia, la realtà ha spesso smentito questa intenzione, con tensioni diplomatiche, boicottaggi e proteste che hanno accompagnato varie edizioni del festival. Il caso israeliano si inserisce in questo quadro già complesso, rendendo evidente come certe situazioni siano difficili da ignorare.

L’edizione 2024 fu già caratterizzata da forti attriti tra delegazioni, in particolare quella israeliana. Se le richieste di Spagna e Slovenia troveranno seguito, il clima del prossimo Eurovision potrebbe essere ancora più acceso. L’EBU sarà quindi chiamata non solo a prendere decisioni tecniche, ma anche a confrontarsi con una crescente domanda di coerenza rispetto ai propri principi fondanti.