Ultim’ora – Vietato mettere l’ombrellone in spiaggia: se ti becca la MUNICIPALE ti spenna | Paghi più di multa che per una crociera sul Nilo

spiaggia mare ombrelloni - foto ilfogliettone.it

spiaggia mare ombrelloni - foto ilfogliettone.it

Un’estate che continua ad essere “bollente” non soltanto per il sole ma anche per… il portafoglio degli italiani 

Le polemiche, quest’anno, erano iniziate con grande anticipo. E si può dire che nel pieno dell’estate 2025 ci sia sempre un clima rovente non solo per le temperature, ma anche per le tasche di chi sogna una vacanza al mare. In moltissime località italiane, il costo per noleggiare ombrellone e due sdraio ha raggiunto livelli mai visti: in alcune zone, si superano i 60 euro al giorno. Un salasso che trasforma la semplice idea di relax in riva al mare in una vera e propria spesa da pianificare con largo anticipo. E se il mare è sempre stato considerato il rifugio ideale per staccare la spina, oggi rischia di diventare un “lusso” per pochi.

Il problema non si limita ai lidi attrezzati. Anche chi spera di risparmiare optando per la spiaggia libera può incorrere in spiacevoli sorprese. C’è infatti chi, ignaro delle regole, finisce per pagare care alcune leggerezze, come sistemare l’attrezzatura in aree che sembrano libere ma che, di fatto, non lo sono. A complicare le cose, ci sono anche i comuni che applicano regolamenti stringenti per gestire l’afflusso di bagnanti, con multe di cui parleremo in questo articolo.

Ma, come se non bastasse, si moltiplicano le beffe estive sotto forma di truffe online. Sempre più turisti cadono nella rete di annunci ingannevoli per case vacanza inesistenti: foto mozzafiato, prezzi imbattibili, acconti versati e, una volta arrivati sul posto, la drammatica scoperta che l’alloggio promesso semplicemente non esiste. Un fenomeno che rovina non solo le ferie, ma anche la fiducia nei confronti di molte piattaforme di prenotazione.

Le associazioni dei consumatori invitano alla prudenza: controllare sempre l’affidabilità dell’annuncio, diffidare di chi chiede pagamenti su conti esteri e privilegiare metodi tracciabili sono regole basilari per non vedere il proprio sogno estivo trasformarsi in un incubo costoso. Insomma, tra ombrelloni d’oro e case fantasma, la vacanza al mare può nascondere più insidie di quanto si pensi. Ma andiamo nello specifico su una delle più grandi “polemiche” attuali. 

E’ una “spiaggia libera”? Fino ad un certo punto…

Ma torniamo al discorso della “spiaggia libera”, che in tanti credono sia sinonimo di libertà assoluta. La realtà, udite udite, è ben diversa. Con l’estate 2025 è arrivata anche una stretta nei controlli: piazzare ombrelloni, teli o sdraio senza rispettare le regole locali può comportare sanzioni salate. Le spiagge appartengono al demanio pubblico, ma non tutto è permesso e, in certi casi, si può incorrere in accuse di occupazione abusiva di suolo pubblico.

La legge, infatti, parla chiaro: secondo l’articolo 1161 del Codice della navigazione, l’occupazione abusiva del suolo demaniale può costare fino a 516 euro di multa, e nei casi più gravi può persino scattare l’arresto fino a 6 mesi. In alcune situazioni, le autorità possono sequestrare l’attrezzatura, a prescindere dall’intenzione del bagnante.

multa spiaggia - foto ilfogliettone.it
multa spiaggia – foto ilfogliettone.it

Dai residenti ai turisti: “Tutti devono pagare

Per evitare spiacevoli sorprese, naturalmente, è fondamentale informarsi sui regolamenti locali, che possono variare da comune a comune. Alcune spiagge libere prevedono orari e modalità precise per l’uso dell’attrezzatura, mentre altre vietano del tutto di lasciare oggetti incustoditi per “prenotare” il posto. La disinformazione non è una scusa valida, e le multe non fanno sconti neppure ai turisti.

Attenzione anche alle aree apparentemente vuote ma incluse in concessioni balneari: in quel caso, senza autorizzazione del gestore, piantare un ombrellone è una violazione. Infine, occhio anche al commercio abusivo e all’acquisto di merce contraffatta in spiaggia: la legge prevede sanzioni che possono arrivare fino a 7.000 euro e, in certi casi, perfino conseguenze penali. Oltre al “salasso”, un rischio non da poco…