Un anno fa l’abbraccio tra Papa e Patriarca Kirill. Avdeev: rotto tabu, ora dialogo

Un anno fa l’abbraccio tra Papa e Patriarca Kirill. Avdeev: rotto tabu, ora dialogo
11 febbraio 2017

C’è un gran traffico da mesi tra Vaticano e Mosca. E ad un anno dallo storico incontro tra Papa Francesco e il Patriarca di Mosca e Tutte le Russie Kirill, l’ambasciatore russo presso la Santa Sede, Alexandr Avdeev, è convinto che presto “sarà una consuetudine”. Il dialogo diretto tra i capi delle due chiese è partito, “il tabù è stato rotto” con quell’abbraccio il 12 febbraio 2016. E se nessuno ancora fa ipotesi precise per un nuovo faccia a faccia e tantomeno per una visita del Pontefice a Mosca, tra chiesa ortodossa e chiesa cattolica ora c’è una “visibile atmosfera di cooperazione” e le delegazioni russe inviate sono di casa attorno a San Pietro e, dall’altra parte, a Mosca: “Quest’anno abbiamo dato un 20-30% di visti in più rispetto agli anni scorsi”. “Spetta alle chiese decidere date per nuovi eventuali incontri”, ha spiegato Avdeev, diplomatico di lungo corso, ma “il problema è stato sbloccato, incontrarsi non è più un tabù, credo che i leader delle due chiese debbano riflettere assieme e più a lungo di qualche ora”, come accaduto a Cuba.

CRISTIANI UCCISI “Suppongo che diventerà una cosa regolare”. Quanto a una visita del Papa a Mosca, certo, il più grosso ostacolo è stato rimosso con la condanna da parte di Francesco del proselitismo, ma “è una prospettiva che esige anni di preparazione”. Intanto si organizzano visite, seminari, conferenze, esposizioni. A Mosca sono stati appena prorogati i tempi di apertura della mostra “Roma Aeterna, capolavori della pinacoteca vaticana. Bellini, Raffaello, Caravaggio” alla Galleria Tretyakov, visitata anche dal presidente Vladimir Putin. E a fine anno, o inizio 2018, ai Musei Vaticani approderanno i capolavori dell’arte russa di soggetto biblico della Tretyakov. L’auspicio è che il dialogo interconfessionale, dopo lo scatto in avanti impensabile sino a poco tempo prima, porti adesso altri frutti concreti. A far decidere i leader delle due chiese a incontrarsi, evidenzia l’ambasciatore, ha contribuito molto la situazione drammatica in Medio Oriente, dove l’avanzata del terrorismo minacciava la vita di milioni e milioni di cristiani. “Dodici mesi prima dell’incontro a Cuba in Siria e Iraq venivano uccisi ogni giorno 300-350 cristiani, solo per il fatto di riconoscersi in questa fede, indipendentemente dall’essere ortodossi, cattolici. Era minacciata la stessa storia del Medio Oriente, incentrata sul fatto che lì nacque Cristo”. E allora Francesco e Kirill “saggiamente, hanno messo da parte ogni contrasto dottrinale e si sono incontrati, con l’obiettivo di salvare vite umane in Medio Oriente, lanciando un appello a tutta l’umanità, affinchè fosse fermato questo genocidio”.

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TERRORISMO Ci sono altri argomenti che vedono convergere i timori della chiesa russa e di quella cattolica, ad esempio “il fenomeno della disgregazione della famiglia, la constatazione che lo Stato non aiuta a consolidare il nucleo familiare”. E, allargando il campo della riflessione, c’è la fase delicata e preoccupante che vede in ascesa i movimenti populistici, “spesso primitivi”, ma comunque “figli di un neo-liberalismo” che va ben distinto dal liberalismo e che è stato imposto con molta forza “un po’ come da noi avvenne con il bolscevismo”. Tra le vittime di questa “globalizzazione selvaggia” c’è l’identità culturale e in fin dei conti ci sono gli interessi nazionali: in Europa, dove “è finita l’epoca propositiva”, questi sono spesso dimenticati: “non si può certo paragonare la sensibilità per l’area mediterranea che ha l’Italia con quella dei Paesi dei Nord”, fa notare l’ambasciatore. Che sulla questione dei migranti è d’accordo con il Papa quando sostiene che “bisogna assicurare ai Paesi d’origine le condizioni necessarie a non spingere la gente a emigrare. Le ondate migratorie sono provocate da povertà e terrorismo. Oppure da azioni stupide, come quello che abbiamo visto in Libia”. Ex ministro della Cultura, alla richiesta di consigliare pochi ma “imprescindibili” libri russi , che tutti i giovani italiani dovrebbero leggere, Avdeev decide di limitare la scelta al Ventesimo secolo: Il Placido Don di Michial Solochov , Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov, Vita e Destino di Vasilij Grossman e il Dottor Zhivago di Pasternak. Poi aggiunge: “e tutto Solzhenytsin”.

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