Un lago su due in Italia è inquinato, bandiera nera in Sicilia

Un lago su due in Italia è inquinato, ma sono quelli in Sicilia che conquistano la bandiera nera. Oltre 40 iniziative, 9 regioni attraversate, 102 punti campionati, lungo tutto lo Stivale in stretta collaborazione con gli attivi circoli locali. Iniziata il 12 giugno, dopo poco più di un mese si è conclusa la decima edizione della Goletta dei Laghi, la campagna nazionale di Legambiente per la tutela dei bacini lacustri italiani realizzata in collaborazione con il COOU (Consorzio Obbligatorio Oli Usati) e Novamont. Per quanto riguarda la cementificazione, sono tristemente esemplari i casi del lago di Como e del Garda, intorno ai quali grosse fette di territorio vengono consumate nel nome di un falso progresso, con lo scopo di erigere nuovi alberghi e palazzine. Il comune di Limone sul Garda, in provincia di Brescia, sta approvando una lottizzazione che sconvolgerà ulteriormente il profilo del bacino sulla sponda bresciana. La ragione dell’amministrazione locale è che i cittadini di Limone “non hanno abbastanza seconde case”. Sul Ganzirri, in Sicilia, c’è il rischio che vecchie mire (la costruzione di un porticciolo turistico e diverse villette) vengano risvegliate dopo trent’anni, in luogo della giusta promozione di un’attività antica e sostenibile come la molluschicoltura. La Trinacria, tra le altre cose, anche quest’anno ha ricevuto la Bandiera Nera da parte dell’equipaggio del Cigno Azzurro, non avendo ancora applicato – per il 15° anno – le norme a tutela delle acque interne. Legambiente ha ricevuto rassicurazioni in merito dal nuovo assessore all’Ambiente, ma l’attenzione non sarà abbassata nemmeno per un attimo. In Lombardia, il Ceresio – che per il lato svizzero è noto come Lugano – è un bacino da anni falcidiato dagli scarichi non correttamente depurati e forse anche da scarichi abusivi: l’amministrazione di Porto Ceresio – spalleggiata dalla Comunità Montana che gestisce il pessimo depuratore del Rio Bolletta – finora non ha saputo far altro che delegittimare le denunce di Legambiente e minimizzare i risultati dei monitoraggi sostenendo, imperterrita, la bontà dei propri sistemi depurativi.

Nel Lazio le criticità che affliggono Bracciano e Bolsena sono legate in particolar modo ad un sistema di collettamento insufficiente, se non addirittura insufficiente , che rende sofferenti alcune foci, appesantite dagli scarichi provenienti più dai comuni dell’entroterra che da quelli rivieraschi. Una problematica molto comune in tutti i bacini italiani, come per esempio sull’Iseo. Per il Sebino, infatti, il Cigno Azzurro chiede un maggior impegno da parte della Comunità di Valle Camonica, affinché il carico all’interno del fiume Oglio sia diminuito. Qui, inoltre, insiste il problema del depuratore di Paratico, gestito dalla AOB2 (alla quale è stata “consegnata” la Bandiera Nera), per il quale l’associazione ambientalista chiede investimenti veloci e concreti, inevitabili se si vuole evitare ancora reflui inquinati nell’Iseo bresciano. La campagna 2015 della Goletta dei Laghi è stata anche occasione per denunciare ancora una volta l’azione di A2A Spa sul lago Ampollino in Calabria, bacino artificiale utilizzato dalla multiutility per l’energia idroelettrica, deliberatamente svuotato lo scorso novembre senza alcun consenso esplicito da parte dell’ente parco, della Regione e dei comuni lacuali. Sempre in Calabria tiene banco da tempo la spinosa questione dell’invaso dell’Alaco, intorno al quale dal 2012 è esplosa una spiacevole questione giudiziaria.

Cosa c’è nell’acqua che viene data da bere ai cittadini di 88 comuni tra Catanzaro e Vibo Valentia? Perché è stata certificata come potabile quando, probabilmente, non lo è mai stata? Chi sono i responsabili? Legambiente chiede chiarezza e soprattutto che quell’acque smetta di entrare nelle case di circa 400mila persone. Ma la Goletta dei Laghi è stata anche promozione delle tipicità regionali, delle buone pratiche, del felice e possibile connubio tra sviluppo economico e tutela ambientale. Ne è un esempio il lago di Occhito in Molise, dove Legambiente sta gettando le basi per la realizzazione di un progetto per la navigabilità sostenibile, grazie al quale turismo, sport e cultura costituirebbero due spinte inarrestabili per il Molise. Sul lago d’Iseo, ma anche sul Lario, i circoli dell’Alto e Basso Sebino e quello di Como stanno facendo di tutto per far comprendere alle amministrazioni locali l’importanza di una svolta in tema di mobilità lacustre, al fine di alleggerire il peso del trasporto su gomma tutt’intorno agli invasi. Anche il lago Trasimeno, in Umbria, ha risposto bene alle sollecitazioni della campagna nazionale di Legambiente, dimostrandosi un bacino in buona salute, meta di milioni di turisti ogni anno.

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