“Una battaglia dopo l’altra”, Leonardo DiCaprio protagonista dell’epica contemporanea di Paul Thomas Anderson: un’analisi di ”

Un film che non lascia scampo. Una battaglia dopo l’altra, il nuovo lavoro di Paul Thomas Anderson, approda nelle sale italiane il 25 settembre con la forza di un’opera che non si limita a raccontare una storia: la prefigura, la anticipa, la sbatte in faccia come se fosse cronaca. Sullo schermo, esplosioni di violenza politica, razzismo, espulsioni di migranti, milizie suprematiste. Tutti elementi che costruiscono un contesto tanto disturbante quanto familiare.

Protagonista assoluto Leonardo DiCaprio, che interpreta Bob, ex rivoluzionario finito nell’ombra, costretto a vivere sotto falsa identità insieme alla figlia adolescente. La sua compagna di lotta, interpretata da Teyana Taylor, scompare dopo una serie di attentati iniziali: sedici anni dopo, il passato torna a bussare alla porta, con i panni minacciosi di un comandante militare spietato, impersonato da Sean Penn.

Un mosaico di generi e riflessi del presente

Conosciuto per opere come Magnolia, The Master e Licorice Pizza, Anderson costruisce un mosaico che alterna thriller politico, dramma sentimentale e lampi di ironia. Non c’è un messaggio ideologico dichiarato, ma una tensione costante che porta il pubblico a interrogarsi sul tempo che abitiamo. “Paul si è ispirato alle vicende di rivoluzionari della fine degli anni Sessanta, trasponendole in un contesto contemporaneo”, spiega DiCaprio. “Il film contiene molte cose, ma soprattutto riflette chi siamo oggi. Non è un film a tesi, racconta persone e scelte. Credo fosse fondamentale che uscisse ora”.

L’attore americano descrive il progetto come un’esperienza che trascende il ruolo individuale, un affresco corale che si specchia nell’attualità. La violenza, gli estremismi, la polarizzazione: tutto sembra esplodere sullo schermo mentre fuori dal cinema, nelle piazze, nei notiziari, i segni di quelle stesse fratture si moltiplicano.

Del Toro e il Sensei: lealtà e sacrificio

Accanto a DiCaprio e Penn, il carismatico Benicio Del Toro interpreta Sensei, maestro di karate che guida la sua comunità con rigore e dedizione. Una figura che incarna la lealtà e il coraggio, pronta a sostenere Bob anche a costo della propria vita. “Quando il mio personaggio scopre il passato di Bob, lo ammira e sceglie di proteggerlo”, racconta Del Toro. “Mi piace questa dinamica: uomini imperfetti, ma reali, che combattono per ciò in cui credono”.

Il regista, osserva l’attore, ha la capacità rara di tratteggiare personaggi che non sono mai eroi senza macchia, ma esseri umani fragili, attraversati da contraddizioni. È proprio in questo intreccio di imperfezioni che si annida la forza narrativa del film, la sua carica emotiva, il suo sguardo universale.