Una stagione che deve essere indagata

“Oggi l’Italia ricorda l’assassinio di Aldo Moro e rende omaggio a tutte le vittime del terrorismo politico, una stagione di destabilizzazione che ancora deve essere del tutto indagata e che segno’ profondamente la nostra democrazia. Ma in quel tragico 9 maggio 1978 trova la morte anche Peppino Impastato, vittima del terrorismo mafioso”. Cosi’ Rosy Bindi, presidente della Commissione nazionale antimafia, che aggiunge: “Impastato e’ un esempio di come sia possibile cambiare il proprio destino di giovane cresciuto in un territorio ed in una famiglia che con la mafia aveva legami storici e profondi. E’ stato capace di ribellarsi all’omerta’ e alle regole di Cosa Nostra, ha indicato per nome i capi e sbeffeggiato il potere mafioso, ha coinvolto altri ragazzi come lui nella denuncia dei loro affari e nella battaglia per il riscatto sociale della Sicilia. Per questo la mafia ha cercato di cancellare la sua memoria facendo passare il suo brutale omicidio per un incidente, aiutata anche da alcuni uomini dello Stato infedeli. Non c’e’ riuscita grazie alla tenacia della mamma e del fratello di Peppino, degli amici di Cinisi che non si sono arresi nella ricerca della verita’. Ma anche di tanta parte delle Istituzioni che hanno riconosciuto in Peppino Impastato un simbolo di come si puo’ incrinare la forza delle mafie a partire dalla cultura, dall’informazione e da un impegno comune per la buona politica e la democrazia”.

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