Cronaca

Nasce un mega-conglomerato di media pro-Orban

Nell’Ungheria di Viktor Orban i media si uniscono ‘volontariamente’ sotto l’ala governativa, suscitando timori di una ulteriore e definitiva stretta sulla libertà di stampa. Circa 500 media, nazionali e locali, tutti filo-governativi, saranno raggruppati in un consorzio che si pone l’obiettivo di “vegliare sulla tutela dei valori nazionali”, come mette nero su bianco un comunicato. I proprietari di decine di società editrici a cui fanno capo i diversi media interessati – quotidiani, siti internet, riviste, canali tv e radio – hanno annunciato che “doneranno” le loro testate a una organizzazione non a scopo di lucro, la “Fondazione della stampa e dei media dell’Europa centrale” (CEPMF) creata lo scorso agosto.

Secondo documenti visionati dal New York Times, il presidente della Fondazione è un ex deputato del partito di Orban, (Fidesz, Unione dei Giovani Democratici), oggi capo di un gruppo di ricerca che sostiene apertamente il premier. “Una tale concentrazione di potere mediatico nelle mani di una entità è senza precedenti nell’Unione europea”, ha commentato Gabor Polyak, analista del gruppo Mertek Media Monitor. “Farlo in modo così palese è un messaggio diretto all’Europa, pe far sapere alle forze governative possono permettersi di tutto”, ha sottolineato. L’accordo annunciato mette sotto un unico tetto centinaia di media che già sostengono apertamente Orban.

“E’ un enorme cambiamento, ma l’aspetto più importante è quello simbolico, sostiene Zseòyke Csaky, direttore della ricerca di Freedom House per l’Europa e l’Eurasia. Il panorama mediatico ungherese “comincia a somigliare ai media statali ai tempi del comunismo, con simile livello di controllo e consolidamento”. Con il premier nazionalista-conservatore Viktor Orban, al potere dal 2010, il paesaggio mediatico ungherese è stato profondamente rimaneggiato: i media pubblici sono diventati megafono delle politica del governo, mentre figure vicine al capo dell’esecutivo hanno acquisito molte testate private. Anche gli organi di supervisione sono passati in mano ai fedelissimi di Orban, che si cura poco del fatto che il suo Paese sia scivolato al 71esimo posto (su 180) nella classifica mondiale della libertà di stampa stilata dall’Ong Reporter senza frontiere. Prima dell’arrivo di Orban al timone, l’Ungheria era al 23esimo posto. askanews

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