Wikileaks pubblica 2000 email della campagna di Hillary. Niente illeciti ma molte ombre

Wikileaks pubblica 2000 email della campagna di Hillary. Niente illeciti ma molte ombre
8 ottobre 2016

Wikileaks ha pubblicato duemila email del capo della campagna elettorale di Hillary Clinton, il potente John Podesta, che aprono una finestra sulle operazioni e le manovre del team della candidata democratica per la Casa Bianca, oltre che sui legami molto stretti con Wall Street e gli ambienti finanziari in genere. “Non vengono rivelate cose illecite”, riassume The Time, passando in rassegna i principali contenuti delle conversazioni via email, ma viene acceso un nuovo faro sulla Clinton come esponente dell’establishment e della ‘vecchia politica’, uno dei punti deboli dell’ex segretario di Stato nella corsa alla Casa Bianca. Wikileaks, l’organizzazione fondata da Julian Assange, entra così di nuovo in campo proprio nelle ore in cui gli Usa sono tornati ad accusare la Russia di usare attacchi hacker per influenzare le elezioni presidenziali americane. In particolare, nelle email pubblicate vi sono molti messaggi contro lo sfidante alle primarie, il senatore democratico, Bernie Sanders. E molti consigli su come difendersi da chi chiama in causa la Fondazione Clinton o attacca riguardo l’uso improprio della posta digitale privata al tempo in cui Hillary era a capo del Dipartimento di Stato.  Nelle email diffuse da Wikileaks ci sono anche spezzoni di discorsi retribuiti, tenuti dalla Clinton negli anni passati. In un passaggio, in particolare, l’ex first Lady si rivolge a un gruppo di bancari assicurando loro di essere “nella migliore posizione” per dare una mano a riformare il sistema finanziario americano e in un altro passaggio descrive il suo “sogno di mercato comune”, ergendosi a paladina di “confini aperti e libero commercio”: un altro punto delicato, su cui Clinton è stata attaccata da Donald Trump per il suo cambio di linea riguardo all’accordo TTP per gli scambi commerciali nel Pacifico, un tempo sostenuto apertamente, salvo poi moderare l’entusiasmo di fronte ai sondaggi elettorali. Si tratta di discorsi che l’aspirante presidente democratica non ha voluto pubblicare, malgrado le frequenti richieste, in particolare da Sanders, durante la competizione alle primarie. Discorsi per cui avrebbe incassato complessivamente 26 milioni di dollari.

 

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