Coalizione Usa anti-Isis ridimensiona operazioni in Iraq. Migliaia al funerale di Soleimani

4 gennaio 2020

La coalizione internazionale a guida Usa che sostiene le truppe irachene nella lotta all’Isis ha ridimensionato le operazioni “per ragioni di sicurezza”. Lo ha annunciato un funzionario della difesa Usa all’indomani del raid che ha portato alla morte del generale iraniano Qassem Soleimani e i suoi luogotenenti iracheni. “Eseguiremo operazioni limitate contro lo Stato islamico con i nostri partner che potranno sostenere i nostri sforzi”, ha affermato il funzionario. “Abbiamo aumentato la sicurezza e le misure difensive nelle basi irachene che ospitano le truppe della coalizione”, ha aggiunto. Intanto, migliaia di iracheni sono scesi in piazza a Baghdad per il funerale del leader militare iraniano Qassem Soleimani, del capo delle milizie sciite irachene Abu Mahdi al-Muhandis e delle altre persone uccise ieri Usa in Iraq.

Anche il premier iracheno, Adel Abdul-Mahd, ha partecipato al funerale. Ieri Mahdi aveva detto che il raid americano è “una pericolosa escalation”, “la scintilla di una devastante guerra in Iraq”. L’attacco americano di ieri è stato condannato da quasi tutte le cancellerie internazionali. Oggi anche la Cina sollecita gli Usa “a non abusare della forza militare”: e’ il monito del ministro degli Esteri Wang Yi fatto nel colloquio telefonico con la controparte iraniana Mohammad Javad Zarif, all’indomani della morte del generale Qassem Soleimani. Wang, nel resoconto dei media cinesi, ha osservato anche che la forza “non e’ la soluzione nelle relazioni internazionali”. La mossa Usa, invece, ha violato “le norme di base dei rapporti internazionali e aggravera’ le tensioni e le turbolenze regionali”.

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L’attacco di ieri all’aeroporto di Baghdad, autorizzato dal presidente Usa Donald Trump, rappresenta una svolta drammatica nella “guerra per procura” combattuta in Medio Oriente tra l’Iran e gli Usa e i loro alleati, soprattutto Arabia Saudita e Israele. Soleimani era il generale più in vista di Teheran e artefice dell’espansione dell’influenza militare iraniana nella regione. Al Muhandis era il vice comandante delle Forze di mobilitazione popolare, un raggruppamento di varie milizie sciite. Le Forze hanno programmato oggi un elaborato corteo funebre per i due comandanti e per altre due persone uccise con loro, con partenza dall’area più blindata di Baghdad, la Zona Verde, verso la città santa sciita di Kerbala e arrivo nella città santa di Najaf.

Stamani le milizie hanno reso noto che un nuovo attacco aereo nei pressi della loro base di Taji ha ucciso sei persone ferendone gravemente tre. Secondo la fonte è stata colpito un convoglio che trasportava personale sanitario. La tv irachena ha attribuito la responsabilità agli Usa, ma la coalizione a guida Usa presente nel Paese per lottare contro l’Isis ha negato qualunque coinvolgimento. L’ostlità Usa-Iran sono esplose sul teatro iracheno dopo che una milizia filo-iraniana ha attaccato l’ambasciata Usa per vendicarsi di un sanguinoso raid americano sulle basi di Kataeb Hezbollah, milizia fondata da al Muhandis.

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