Voto in Georgia potrebbe affossare i repubblicani. Anche le due camere a Biden?

Voto in Georgia potrebbe affossare i repubblicani. Anche le due camere a Biden?
16 dicembre 2020

Il “cruciale” ballottaggio per il Senato, come l’ha definito il presidente eletto Usa Joe Biden, rappresenta un grande punto interrogativo per il futuro della presidenza democratica, perché potrebbe dare il controllo delle due camere all’ex vice di Barack Obama, come potrebbe invece confermare il Senato ai repubblicani. C’è grande incertezza, ma un ultimo sondaggio condotto da Fox News suggerisce un elemento che potrebbe essere favorevole a Biden: il fatto che il risultato del voto presidenziale e le lamentele di Donald Trump sulla legittimità della vittoria del rivale potrebbero suggerire agli elettori trumpiani di stare a casa. Il sondaggio della Fox ha chiesto a un campione se “queste elezioni presidenziali hanno reso più o meno probabile il voto nelle prossime elezioni presidenziali”.

Il 75 per cento ha detto più, solo l’11 per cento ha risposto meno. Tuttavia, scomponendo questo dato per fede politica, si è capito che l’84 per cento dei democratici si sente incoraggiato ad andare ancora a votare, rispetto al 69 per cento dei repubblicani. Il 16 per cento dei repubblicani inoltre ha detto di essere meno incentivato ad andare al voto, rispetto al 6 per cento dei democratici. Questo ultimo dato sale al 19 per cento per gli elettori di Trump (e scende al 5 per cento per quelli di Biden). Il sondaggio non è nuovo, perché fu realizzato alla stessa maniera nel 2016 ed entrambi gli elettorati mostrarono una percentuale del tutto simmetrica: 80 per cento. Ancora, dopo le elezioni del 2000, nello stesso voto e durante le polemiche sulla vittoria risicata (e forse falsata dal voto della Florida) di George W. Bush su Al Gore, ci fu una lieve flessione nella propensione al voto dei democratici.

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Sulla base di questi dati, il Washington Post ha tratto un ragionamento: probabilmente questa volta si sente dalla parte repubblicana una maggiore disaffezione al voto. Questo non vuol necessariamente dire che i repubblicani non andranno a votare alle presidenziali tra quattro anni, che sono un arco temporale sufficientemente lungo per smaltire lo schiaffone, ma ci potrebbe essere un effetto nel ballottaggio senatoriale in Georgia dove i voti preventivi sono iniziati l’altro ieri e che avranno il loro culmine nel ballottaggio del 5 gennaio. Attualmente il Senato vede in vantaggio i repubblicani con 50 seggi a 48. Se entrambi i candidati democratici – Jon Ossoff e Raphael Warnock sui repubblicani David Perdue e Kelly Loeffer – dovessero vincere, si arriverebbe al pareggio dei seggi.

Tuttavia, al Senato il vicepresidente (in questo caso la vicepresidente, Kamala Harris) ha la presidenza e la possibilità, in questo caso, di far pendere il voto dalla parte democratica. Insomma, Biden avrebbe il controllo di entrambe le camere. Trump ha segnalato – anche se con qualche incertezza – l’importanza del voto in Georgia per cercare di galvanizzare i suoi elettori, ma ci sono stati anche segnali di altro tenore dalla sua cerchia. Per esempio L. Lin Wood e Sidney Powell, due legali che sono a sostegno delle rivendicazioni di Trump, hanno invitato i repubblicani a ritirare il loro voto se i leader repubblicani della Georgia non si mobiliteranno per rovesciare il risultato dello stato nelle presidenziali, che ha visto Biden prevalere di un soffio. I repubblicani hanno respinto la campagna di boicottaggio lanciata da Wood e Powell. Ma in un’elezione dove si può finire avanti o dietro di pochissimi voti, tutto fa brodo. askanews

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