Usa, lancio riuscito per la capsula Orion

Usa, lancio riuscito per la capsula Orion
5 dicembre 2014

Lancio riuscito per la capsula statunitense “Orion”, al suo primo volo sperimentale senza equipaggio in vista della missione su Marte, non prima del 2030: il razzo vettore Delta IV è partito alle 13.05 ora italiana, all’apertura della finestra di lancio. Ieri il lancio era stato rinviato più volte, prima per la presenza di un’imbarcazione nel perimetro di sicurezza di Cape Canaveral, poi del vento troppo forte: a costringere la Nasa ad un’ulteriore proroga è stato il malfunzionamento di una valvola del razzo vettore che non è stato possibile riparare prima della chiusura della finestra di lancio ma che dovrebbe essere risolto in tempo per il nuovo tentativo. La missione prevede l’utilizzo di un razzo Delta IV, il più potente a disposizione della Nasa, dato che il vettore Sls che fa parte del sistema “Orion” non è ancora stato completato; il piano di volo prevede due orbite prima di un rientro nell’atmosfera a grande velocità, progettato per testare lo scudo termico della capsula e il sistema di paracadute necessario per l’ammaraggio.

La prima orbita porterà la “Orion” a una quota di circa 430 chilometri, simile a quella della Stazione Spaziale Internazionale (Iss), la seconda invece avrà un apogeo quindici volte maggiore, a 5.800 chilometri. Orion, che è il successore non tanto degli Space Shuttle – limitati alle missioni in orbita bassa – quanto delle capsule “Apollo”, sarà in grado di trasportare da quattro a sei astronauti, sebbene la prima missione con equipaggio non sia prevista che nel 2021 – sempre che i costi crescenti del progetto, attualmente stimati ad almeno 19 miliardi di dollari, non impongano ulteriori rinvii per ragioni di bilancio. Il primo volo – automatizzato – attorno alla Luna è invece fissato per il 2018: 21 giorni in un’orbita a 75mila chilometri di quota – scelta perché particolarmente stabile – con l’obbiettivo principale di certificare il nuovo vettore Sls per le missioni oltre l’orbita terrestre, come accadde a suo tempo con il Saturno V utilizzato nel progetto Apollo; obbiettivo finale è una missione con equipaggio su Marte, non prima del 2030.

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