Verdini dice addio a Berlusconi e battezza gruppo Ala al Senato

Pochi minuti prima del no dell’aula del Senato agli arresti domiciliari del senatore Ncd Antonio Azzolino, a pochi metri di distanza nel medesimo palazzo Madama Denis Verdini ha tenuto a battesimo il nuovo gruppo “Ala” (acronimo per Alleanza liberal popolare e autonomie). Raggruppa dieci senatori eletti con il Pdl nel centrodestra ma tutti, chi prima e chi dopo e con Verdini buon ultimo, mai entrati o prima entrati e poi usciti dalla rinata Forza Italia guidata da Silvio Berlusconi. Oltre a Verdini, ne fanno parte Lucio Barani (presidente del nuovo gruppo) Riccardo Mazzoni (vicepresidente vicario), Eva Longo (vicepresidente), Giuseppe Compagnone (tesoriere, unico assente al battesimo perchè rimasto a Catania per la laurea del figlio), Vincenzo D’Anna (portavoce), Ciro Falanga, Riccardo Conti, Pietro Langella, Antonio Scavone. Ad assistere in sala Nassirya all’evento che si consuma in venti minuti, mentre in aula parla Azzollini e con conclusione in tutta fretta per partecipare al voto, caratterizzata qualche tensione con i giornalisti (“essere amici di Cosentino non significa essere correi, mettetevelo in testa e scrivetelo pure…), anche un gruppetto di deputati di centrodestra “che a settembre – ha assicurato Verdini- daranno vita a un nuovo gruppo anche alla Camera”.

L’ex coordinatore Pdl e Fi, fra i collaboratori e i consiglieri principali di Berlusconi per molti anni fino alla rottira del patto del Nazareno con Renzi che lo vide coproatgonista, ha aperto e chiuso il battesimo di Ala a palazzo Madama. Senza nascondere “il grande e profondo dolore per lo strappo sofferto che oggi si consuma con Silvio Berlusconi”. Ovvero con “un uomo che vive e vede una dimensione più grande degli altri e che voglio elogiare anche oggi” ma che “purtroppo oggi – ha detto Verdini- non ha chi gli faccia seguire la realtà del quotidiano”, perdendo la dimensione della realpolitik. “Noi invece viviamo nella realtà quotidiana. E nella realtà quotidiana c’è la possibilità di contribuire a innovare finalmente un Paese che senza riforme non ha presente nè futuro”. A partire “dal ddl Boschi che abbiamo realizzato anche noi e che dobbiamo approvare non perchè sia buono o cattivo ma perchè è il segnale: se passa il nuovo Senato l’Italia si rinnova, se non passa si sarà tornati nella palude. E noi non vogliamo che accada”. “Certo che soffro e provo dolore – ha detto e ripetuto Verdini- ma il sentimento ora lo tengo per me e parlo d’altro”.

Su questo, però, già al debutto Ala non si è mostrata compatta. “Io non l’ho votato prima e non lo voterò ora”, ha messo agli atti ad esempio D’Anna. Il quale batte e ribatte su un punto: il nuovo gruppo volta per volta deciderà che fare, facendo pesare l’utilità marginale negli instabili numeri della maggioranza a palazzo Madama. Lui la argormenta così. “Siamo innovatori in tutto: siamo il primo gruppo a nascere fuori dagli schieramenti politici. Siamo tutti usciti dalla trincea berlusconiana, nessuno intende ora entrare in quella dall’altra parte. Siamo liberi, ancor prima che liberali…”. Assai determinati a fare il possibile, ad ogni buon conto, affinchè la legislatura non subisca interruzioni brusche. L’ha detto piuttosto esplicitamente il socialista Lucio Barani: “il nuovo gruppo nasce per la vita delle istituzioni”, ovvero “per completare la legislatura costituente che avevamo iniziato”.

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