Verso rinvio del voto su presidenze di commissione al Senato

Verso rinvio del voto su presidenze di commissione al Senato
8 novembre 2022

Sono convocate per  domani, mercoledì mattina, 9 novembre, per la prima volta nella legislatura, le commissioni permanenti di Camera e Senato. Le convocazioni sono divise in due turni, alle 10.30 e alle 12 per palazzo Madama, alle 14 e alle 15.15 per Montecitorio. All’ordine del giorno l’elezione dei presidenti e degli uffici di presidenza. Nelle ultime ore però a palazzo Madama si parla di un possibile rinvio, propiziato dalla necessità di lasciare spazio nella giornata di mercoledì ai lavori sulla Nadef della commissione speciale. La conferenza dei capigruppo convocata per oggi alle 15.30 al Senato dovrà decidere se formalizzare il rinvio.

Le novità della legislatura

Tra le novità della legislatura, la riduzione a dieci commissioni permanenti introdotta nel regolamento del Senato dopo la riforma costituzionale che ha tagliato di un terzo il numero dei parlamentari eletti. Nella nuova configurazione, accorpate le commissioni Esteri e Difesa nella terza commissione unica, riunite in una sola anche Ambiente e Lavori pubblici nella nuova ottava commissione, le ex nona (Agricoltura) e decima (Industria) nella nuova nona commissione, Lavoro e Sanità nella nuova decima. Restano quattordici invece le commissioni permanenti alla Camera, dove nell’ultimo scorcio di legislatura non si è trovato l’accordo per adeguare le regole alla nuova composizione a ranghi ridotti dell’assemblea.

La divisione delle poltrone

I gruppi devono comunicare alla Presidenza di ciascun ramo del Parlamento i componenti designati: al Senato avrebbero dovuto farlo entro venerdì scorso, alla Camera hanno tempo fino a oggi. Non tutti i gruppi, a quanto risulta da un rapido sondaggio tra le forze parlamentari nei due palazzi, hanno completato le indicazioni propedeutiche alla costituzione formale delle commissioni. Il rinvio del Senato potrebbe quindi servire a completare il puzzle delle presidenze, che riguarda gli equilibri interni alla maggioranza. Consolidata ormai da tempo la divisione delle poltrone (metà alla prima forza, Fratelli d’Italia, quindi cinque presidenti al Senato e sette alla Camera, poi a scendere la Lega con tre presidenze al Senato e quattro alla Camera, infine Forza Italia due a palazzo Madama tre a Montecitorio). Fonti di maggioranza parlano di caselle “quasi completate” ma anche di tavoli ancora in corso, dicono, per la definizione degli “ultimi dettagli”.

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La divisione delle poltrone

I nomi sono quelli in circolo a giorni, fra quelli considerati più “blindati” c’è la leghista Giulia Bongiorno per la Giustizia al Senato e il suo collega di partito Igor Iezzi per la Affari costituzionali della Camera (la stessa poltrona al Senato dovrebbe andare a FdI ma non è certo ancora il nome del prescelto), Nicola Calandrini di FdI alla Bilancio del Senato con Roberto Pella di FI sulla poltrona omologa della camera bassa, Stefania Craxi Esteri e Difesa sempre a palazzo Madama, dove all’Industria andrebbe Luca De Carlo di FdI; solo “probabile”, per ora, l’approdo di Giulio Tremonti alla presidenza della commissione Esteri di Montecitorio.

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