Politica

Vertice a Palazzo Chigi: passi avanti sull’Autonomia, regionali rimandate

 

Provvidenziale si è rivelata la call che ha aperto il vertice di governo a Palazzo Chigi, concluso dopo un’ora con risultati concreti sul fronte dell’Autonomia, mentre il tema delle elezioni regionali è rimasto praticamente fuori dal confronto. La riunione si è infatti chiusa in anticipo per permettere al premier Giorgia Meloni di partecipare a un summit internazionale in videocollegamento con i leader di Polonia, Ucraina, Francia, Regno Unito e Nato.

Sul tavolo del summit, convocato d’urgenza per la questione dei droni russi abbattuti in Polonia, Meloni ha definito l’accaduto come “una grave e inaccettabile violazione”. In mattinata aveva discusso dell’episodio anche con la presidente della Moldavia Maia Sandu, ricevuta in Palazzo Chigi, con la quale ha condannato con forza i recenti attacchi massicci che hanno violato la notte scorsa lo spazio aereo polacco.

Passi avanti sull’Autonomia

Nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi il premier Meloni, accompagnata dai suoi vice Antonio Tajani e Matteo Salvini, dal leader di Noi Moderati Maurizio Lupi e dal ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli, ha esaminato la questione dell’Autonomia per Lombardia, Veneto, Liguria e Piemonte. “Andiamo avanti nel percorso con i passaggi formali necessari”, ha spiegato Lupi al termine della riunione.

Il nodo delle elezioni regionali, con le relative questioni sulle candidature, in particolare per il Veneto, non era ufficialmente all’ordine del giorno e non è stato affrontato in modo formale. Tuttavia, tutti i protagonisti avevano smentito un possibile confronto oggi. Salvini spinge per una chiusa rapida, con la possibile ufficializzazione di Alberto Stefani come successore di Zaia, mentre Meloni appare più cauta e non ha fretta. Di conseguenza, una soluzione oggi sarebbe stata difficile da trovare.

Secondo fonti interne, Salvini avrebbe anche ipotizzato un anticipo del voto in Lombardia, magari accorpato alle elezioni politiche, in uno scambio implicito con il Veneto. La discussione però è rimasta ferma, soprattutto a causa dell’impegno improvviso della premier. “Non abbiamo parlato di regionali perché l’argomento dell’incontro era un altro. Ci rivedremo certamente”, ha aggiunto Lupi.

Caso Bartolozzi e Giustizia

Un’altra questione delicata sullo sfondo riguarda Giusi Bartolozzi, capo di gabinetto del ministro della Giustizia Carlo Nordio, sotto inchiesta nel caso Almasri. Meloni l’ha incontrata ieri e, pur senza dichiarazioni ufficiali, da Palazzo Chigi arriva un’indicazione forte di difenderla con decisione.

Oggi si è riunita la Giunta per le Autorizzazioni e Immunità della Camera per esaminare la prima relazione sulla richiesta di autorizzazione a procedere per i ministri Nordio e Piantedosi e per il sottosegretario Mantovano, nell’ambito della vicenda Almasri. I soggetti coinvolti saranno sentiti in audizione il 17 o il 18 settembre.

Il presidente della commissione, Devis Dori (Avs), ha sottolineato che “per Bartolozzi al momento non sussistono atti ufficiali, solo notizie di stampa. La Giunta può procedere solo sulla base di atti formali, quindi il caso non esiste ancora ufficialmente”. Inoltre, ha ricordato che il reato ipotizzato è previsto dall’articolo 371 bis, e “per poter coinvolgere il Tribunale dei ministri serve che ci sia concorso con i ministri, cosa non ancora evidente”.

Questa posizione è tuttavia contestata da esponenti del centrodestra, che hanno chiesto un approfondimento tecnico per valutare se anche per Bartolozzi si possa avanzare una richiesta di autorizzazione al Tribunale dei ministri come “imputata laica”.

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Redazione