Economia

Vertice Ue su dazi Usa, web tax, Brexit e Russia

La risposta ai dazi americani sull’acciaio, la nuova proposta di tassazione delle imprese digitali, i rapporti con la Russia e con la Turchia, lo stato dei negoziati per la Brexit e le riforme per il cosiddetto “approfondimento” dell’Unione economica e monetaria: sono questi i temi al centro del Consiglio europeo che si riunirà oggi a Bruxelles, con i 28 capi di Stato e di governo dell’Ue, e che proseguirà domani prima con il vertice a 27, senza il Regno Unito, e poi con l’Eurosummit a 19. Per l’Italia parteciperà il presidente del Consiglio uscente, Paolo Gentiloni. Il vertice comincerà alle 15 con il tradizionale intervento preliminare del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. Seguirà poi un aggiornamento del premier bulgaro Boiko Borissov, il cui governo detiene la presidenza semestrale del Consiglio Ue, sui principali dossier e negoziati in corso fra i ministri dei Ventotto, e in particolare la riforma – bloccata dall’opposizione dei paesi dell’Est – del regolamento di Dublino sul sistema comune d’asilo. Sul commercio, i Ventotto esprimeranno il loro sostegno alla posizione della Commissione europea che ha preparato le “misure di riequilibrio” in risposta ai dazi sull’acciaio (al 25%) e sull’alluminio (al 10%) annunciati dal presidente Usa Donald Trump, nel caso in cui dovessero effettivamente essere applicati contro le importazioni dall’Europa. Uno spiraglio pare essersi aperto dopo l’incontro, martedì a Washington, della commissaria Ue al Commercio Cecilia Malmstroem con il segretario di Stato Usa al Commercio Wilbur Ross. I due hanno concordato “di iniziare delle discussioni immediate con l’Amministrazione Trump, con l’obiettivo di individuare un risultato accettabile per entrambi il più rapidamente possibile”. Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha accolto la notizia con “cauto ottimismo”, secondo quanto lui stesso ha dichiarato. L’Ue continua a sperare di poter ottenere un’esclusione totale dall’imposizione dei nuovi dazi Usa.

Il Consiglio europeo proseguirà con la ratifica della decisione di nominare l’ex ministro delle Finanze spagnolo, Luis De Guindos, vicepresidente della Bce, e con la discussione, aperta dal presidente della stessa Bce, Mario Draghi, sulla situazione dell’economia nell’Ue. Infine, il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno, farà una relazione sullo stato di avanzamento dell’Unione bancaria, dove permane lo stallo fra i due schieramenti, quello nordico-tedesco che continua a chiedere sempre nuove misure di “riduzione del rischio” e il fronte, di cui fa parte l’Italia, che considera si debba ora passare alla fase finale della “condivisione del rischio” (come la garanzia comune dei depositi). Seguiranno in serata le conferenze stampa della presidenza e dei leader, e poi il Consiglio riprenderà con la cena di lavoro, dedicata prima alla tassazione delle imprese digitali (oggi la Commissione europea ha presentato le sue proposte) e poi ai rapporti con la Turchia e con la Russia, con riferimento alla vicenda dell’ex spia russa e di sua figlia ridotte in fin di vita a Salisbury. Inoltre, è probabile che i leader parlino anche della vicenda dell’uso improprio dei dati personali tratti da Facebook da parte della Cambridge Analytic. “Dobbiamo aumentare la nostra capacità di resistenza alla minacce ibride, come l’erosione della fiducia nella nostra democrazia attraverso le fake news o la manipolazione delle elezioni. Questo sembra particolarmente rilevante, alla luce delle recenti rivelazioni su Cambridge Analytica. In questo contesto, affronteremo la necessità di garantire pratiche trasparenti, come la piena protezione della privacy dei cittadini e dei loro dati personali da parte dei social network e delle piattaforme digitali”, ha detto il presidente Tusk, parlando alla stampa in vista del vertice.

La seconda giornata del vertice, nel formato a 27 senza il Regno Unito, inizierà con la discussione sui negoziati per la Brexit, in un clima questa volta decisamente positivo dopo il successo, ancorché parziale, registrato questa settimana per l’accordo di divorzio di Londra dall’Ue, pronto ormai all’80%, e l’intesa sul periodo di transizione, che stava a cuore ai britannici. Nell’accordo di divorzio sembrano ormai risolte le due questioni fondamentali della garanzia dei diritti acquisiti dei cittadini Ue nel Regno Unito e di quelli bitannici nell’Ue, e del regolamento delle pendenze finanziarie. Londra ha accettato di continuare a pagare non solo tutte le suo quote previste nel quadro di bilancio pluriennale 2014-2020, ma anche i propri contributi alle pensioni dei dipendenti britannici delle istituzioni europee fino al 2063. Restano due nodi da sciogliere: da una parte la “governance” dell’accordo, per la risoluzione delle controversie, con il Regno Unito che vorrebbe limitare il ruolo della Corte europea di Giustizia solo ai diritti dei cittadini e all’accordo finanziario; dall’altra, la questione irlandese. In quest’ultimo caso un passo avanti c’è stato, perché Londra ha accettato formalmente l’approccio europeo che prevede una soluzione di “default”, nel caso in cui non si riesca a raggiungere un accordo migliore, consistente nell'”allineamento” delle regole del mercato nordirlandese a quelle del mercato unico Ue, in modo da evitare di reintrodurre una frontiera “dura” fra la Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord.

Questo significa, però, che la frontiera sarebbe spostata nel Mare del Nord, fra l’Ulster e il resto del Regno Unito. Inoltre, saranno adottate delle linee guida sul quadro degli accordi sulle relazioni future con Londra. In questo contesto, ci sono due grandi temi che saranno affrontati, seppur genericamente, in due allegati delle conclusioni del Vertice: l’aviazione civile e i servizi finanziari. Per l’aviazione, si pensa a un partenariato con il Regno Unito che permetta ai suoi vettori di operare nell’Ue, anche per il cabotaggio. Per i servizi finanziari, l’idea di base è che i futuri rapporti siano basati sul principio equivalenza: l’Ue prende tutte le misure e le società finanziarie britanniche si impegnano a rispettarle per poter operare nel mercato unico europeo. Chiuso il vertice a 27, la riunione dei leader continuerà fra i 19 membri dell’Eurozona, che discuteranno delle riforme dell’Unione monetaria. Anche qui, come per l’Unione bancaria, c’è uno stallo dovuto alla divisione fra Germania e paesi nordici, da una parte, che non vogliono sentir parlare di capacità di bilancio dell’Eurozona e di dispositivi europei per aiutare i paesi in crisi (meccanismi di stabilizzazione per gli shock asimmetrici, per esempio sussidi europei di disoccupazione), mentre dall’altra parte Italia, Francia, Spagna e Portogallo premono per questi meccanismi, e perché la loro attivazione sia automatica in caso di necessità. askanews

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